Scorie - Tra ottimismo e mancanza di realismo

"Il governo italiano stima una crescita dell'1%. Io non sono soddisfatto, è molto di più del 2013 ma ancora troppo poco rispetto alle nostre ambizioni. Non avendo lo spazio sul deficit si fa con quel che si può e 1% è una stima davvero prudente. E' una stima irrealistica? Fmi stima 0,9%. Capisco che vi sia grande ipersensibilità sul tema ma stiamo discutendo di una differenza tra Fmi, che di solito è il più duro, e governo dello 0,1%."
(M. Renzi)



Così ha replicato il presidente del Consiglio a chi metteva in discussione la previsione di crescita del Pil nel 2017 sulla base della quale il governo intende impostare la legge di bilancio.

Renzi ha scelto come fonte il Fondo Monetario Internazionale perché, in questo caso, si tratta dell'istituzione che ha rilasciato la stima più ottimista dopo quella del governo. Ovviamente ha taciuto in merito alle tante altre previsioni che si attestano tra 0.5 e 0.6 per cento.

Premesso che tutte queste previsioni al decimale lasciano il tempo che trovano, dato che il futuro è imprevedibile, va detto che basta dare un'occhiata al passato per rendersi conto che le stime di crescita si rivelano sistematicamente errate ex post (e, se non lo fossero, sarebbe onesto attribuire l'esito al caso), e che, per come sono impostati i modelli econometrici, l'errore tende a essere al rialzo e ad ampliarsi all'aumentare dell'orizzonte temporale.

Da questo punto di vista le stime dell'FMI non fanno eccezione, con buona pace di Renzi e Padoan.
 
 
 
 
 


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