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Visualizzazione dei post da gennaio, 2015

Scorie - QE e potere d'acquisto

"La decisione presa dalla Bce avrà una ricaduta positiva sul Pil perché allontana sempre di più i rischi di deflazione e permetterà una dinamica dei redditi nominali: sarà una spinta alla crescita…  per un cittadino italiano cambia che c'è più potere d'acquisto e anche più certezza per il futuro… si può iniziare a spendere di più e le imprese sicuramente possono a investire di più, tenendo anche conto dell'importante contributo del taglio delle tasse e degli incentivi all'occupazione." (P. C. Padoan) Con queste parole il ministro dell'Economia ha commentato il lancio del quantitative easing (QE) da parte della BCE. Secondo Padoan, il QE "allontana sempre di più i rischi di deflazione". Ovviamente il ministro per deflazione intende la diminuzione degli indici dei prezzi al consumo e non della quantità di moneta (definizione che ritengo corretta), perché in quest'ultimo caso l'affermazione sarebbe piuttosto ridicola. Padoan so

Scorie - Mutualizzazione di fatto

"E' vero che il rischio di perdite appare oggi molto limitato, ma resta il fatto che per ripagare quelle eventuali le banche centrali nazionali, visto che non hanno più la possibilità di stampare moneta avendola trasferita proprio alla Bce, non avranno altre risorse che il loro patrimonio o finanziamenti dallo Stato." (P. Panerai) Come è noto, lo scorso 22 gennaio la BCE ha annunciato il suo quantitative easing (QE), in base al quale da marzo aggiungerà agli attuali acquisti di cartolarizzazioni e covered bond anche titoli emessi da agenzie pubbliche, enti sovranazionali e, soprattutto, titoli di Stato. Il compromesso imposto dalla Germania è però che l'80 per cento del rischio (percentuale più alta sui soli titoli di Stato) rimanga in capo alle singole banche centrali nazionali. Questo dovrebbe, nelle intenzioni, rassicurare l'opinione pubblica tedesca, che si suppone (penso a ragione) non capisca più di tanto gli aspetti tecnici della faccenda. Il

Scorie - Mantenimento

"So che c'è la percezione che l'Italia violi le norme ma guardate bene i numeri, non è vero, rispettiamo le regole meglio di altri nonostante il debito elevato per il quale facciamo ogni sforzo perché si mantenga in un percorso di riduzione." (P. C. Padoan) Questo ha detto, tra le altre cose, il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan in audizione al Parlamento Ue. Proprio chi guarda bene i numeri, però, non può fare a meno di rimanere allibito dinanzi alle affermazioni di Padoan. Il rinvio a marzo della valutazione sulla posizione dell'Italia da parte della Commissione Ue non credo possa essere interpretato come una promozione a pieni voti dei conti presentati a fine 2014 dal governo italiano con la legge di stabilità. Né può dissipare i dubbi di chi diffida dell'Italia sentire il ministro sostenere, riferendosi al debito pubblico, che "facciamo ogni sforzo perché si mantenga in un percorso di riduzione". Probabilmente Padoan si r

Scorie - Lo sperimentatore

"Abbiamo tanti cittadini italiani che pensano che il posto dell'Italia non è essere un museo. Non voglio descrivere il Paese come museo, la cultura è importante, ma vorrei dire ai miei figli che l'Italia è un laboratorio di esperimenti." (M. Renzi) Poteva Renzi evitare la passerella del World Economic Forum di Davos? Ovviamente no. E così, eccolo affermare che vorrebbe dire ai suoi figli che "l'Italia è un laboratorio di esperimenti". Egli stesso conducendo un esperimento linguistico, quando ha detto che "il posto dell'Italia non è essere un museo". Evidentemente la sua indole riformista lo ha spinto a iniziare una sgangherata riforma della lingua italiana. Purtroppo l'Italia è da tempo un laboratorio di esperimenti, peraltro mal riusciti, da parte di chi governa. Renzi ha solo una tendenza a strafare superiore a quella dei suoi predecessori (anche se va riconosciuta una certa sproporzione tra quanto dice e quanto fa, per fort

Scorie - Ma quale fiducia?

"E' vero che in una prima reazione alla decisione della Bce i premi di rischio per i titoli di Stato italiani sono diminuiti. Ma questo riflette anche che la fiducia cresce di nuovo nell'eurozona complessivamente." (P. C. Padoan) Questo ha dichiarato il ministro dell'Economia al giornale tedesco Handelsblatt. Come è noto buona parte dei tedeschi (non a torto) non vedono di buon occhio l'annunciato allentamento quantitativo da parte della Bce (leggi: creazione di denaro dal nulla in quantità ben superiore a quanto fatto finora). Suppongo che affermazioni come quella di Padoan peggiorino il già pessimo umore di questi giorni in fatto di politica monetaria. Non è la prima volta che Padoan afferma che il calo del premio per il rischio pagato dal Tesoro italiano (il famoso spread) sia dovuto a un aumento della fiducia, magari nei confronti del governo di cui fa parte. In realtà la compressione dei premi per il rischio è dovuta solo ed esclusivamente a

Scorie - The (bad) conscience of a liberal (36)

"Nel primo periodo, quello precedente alla crisi, i capitali inondavano l'Europa del sud. Col senno di poi era un fatto negativo, ma a quel tempo ben pochi di coloro che occupavano posti di responsabilità se ne lamentavano — oh, e in Spagna si trattava di indebitamento privato, non pubblico. Il risultato è stato un boom nel Sud, e anche un'inflazione più elevata. Di nuovo, però, ciò era visto come perfettamente normale e addirittura positivo, a quel tempo. Dopotutto non potete aspettarvi che tutti in un'unione monetaria abbiano lo stesso tasso d'inflazione. L'inflazione complessiva andava bene — e i prezzi in crescita nel sud dell'Europa aiutavano la Germania a diventare super-competitiva ed emergere dalla depressione economica in cui si trovava alla fine degli anni '90, senza  bisogno di un'effettiva deflazione." (P. Krugman) Tra i tanti che ritengono che tutti i problemi dell'Europa si risolverebbero se solo la Germania aumentasse i

Scorie - Popolari(tà)

"Purtroppo in Italia abbiamo perso l'opportunità di realizzare una riforma del sistema bancario tre anni fa. Quando la crisi ha mostrato i suoi primi segnali molti paesi, penso alla Germania, all'Inghilterra e alla Spagna, hanno deciso di cambiare il loro sistema. Non l'hanno fatto né Berlusconi, né Mario Monti né Enrico Letta: io rispetto la loro decisione, ma in un sistema sano e positivo la prima scelta da fare in termini di riforme riguarda le banche… Adesso si dice che il sistema bancario italiano non è solido. Ma questo non è corretto." (M. Renzi) Rispondendo a delle domande rivoltegli in merito alla decisione di obbligare per decreto legge le banche popolari con attivi superiori a 8 miliardi a trasformarsi in società per azioni entro 18 mesi, Matteo Renzi ha fatto le affermazioni (sconcertanti) che ho riportato. Non voglio in questa sede entrare nel merito del provvedimento assunto dal governo (che peraltro suppongo abbia reso felice, tra gli altr

Scorie - Lezioni da non prendere

"L'Italia prenda lezione dal coraggio di Barack Obama che ha annunciato la sua sfida ai repubblicani e alle disuguaglianze proponendo un aumento delle tasse per i contribuenti più ricchi, in particolare sui redditi derivanti dal capitan gain, anche per le istituzioni finanziarie più solide, per finanziare allo stesso tempo tagli delle tasse e agevolazioni fiscali per la classe media. Di fatto Obama propone una scelta di campo, difende il lavoro e tassa le rendite improduttive o maggiormente speculative se non reinvestite nell'impresa… il nodo della redistribuzione dei redditi è cruciale e va aggredito con le uniche misure in grado di garantire un riequilibrio, cioè la tassazione delle nicchie fiscali su cui si concentrano le nuove ricchezze. E' evidente nell'analisi dell'ultimo decennio come ci sia una concentrazione di ricchezza senza precedenti nelle mani di pochi. E' un dibattito che in Italia va aperto, anche se non piace a tutti." (F. Boccia)

Scorie - Accattonaggio

"La logica di vincolare gli altri governi non convince perché si basa sulla costruzione ideologica dell'"azzardo morale", cioè della sfiducia negli altri, che a sua volta alimenta pregiudizi di sfiducia e soprattutto toglie dalle scelte comuni ogni riflessione di sostanza politica. Alla radice c'è sia un deficit di solidarietà, sia un errore di comprensione storica della crisi. Le argomentazioni tedesche si reggono in particolare sul presupposto di negare che ci sia una responsabilità, condivisa da tutti i paesi, nell'aggravarsi della crisi. Il metodo è la falsificazione della realtà storica. D'altronde, quando la Bundesbank fa previsioni di crescita che poi deve dimezzare, addomestica quelle dell'inflazione, e nega la necessità di interventi per garantire la stabilità dei prezzi, racconta anch'essa una specie di "bugia collettiva" che i suoi interlocutori domestici vogliono ascoltare e che i suoi corifei rilanciano sui media di Francofo

Scorie - Manipolazioni monetarie sempre più grandi

"Era ormai inutile mantenere il tetto fissato al cambio del franco contro l'euro a 1,2… abbiamo concluso che è meglio uscire ora che tra 6 o 12 mesi quando il quadro potrebbe essere più difficile ovunque… la decisione presa non è dovuta al panico ma è stata valutata con attenzione, non era più sostenibile mantenere il tetto." (T. Jordan) Con queste parole Thomas Jordan, presidente della Banca Nazionale Svizzera (BNS), ha commentato la decisione, assunta il 15 gennaio, di rimuovere il livello massimo contro euro a 1.20 introdotto nel settembre del 2011, tagliando contestualmente il tasso di riferimento da -0.25 per cento (la Svizzera aveva introdotto il tasso negativo lo scorso dicembre) a -0.75 per cento. All'epoca il franco veniva da un periodo di rivalutazione nei confronti dell'euro essendo considerata una moneta rifugio in un periodo in cui stava peggiorando la crisi dei Paesi periferici dell'Area Euro. Quando il cambio contro euro arrivò a sfond

Scorie - Segreti e buon senso

"La fine definitiva del segreto bancario in Europa consentirà di fare passi avanti notevoli nella lotta all'evasione dando più gettito allo Stato permettendo così di abbassare le tasse." (P. C. Padoan) Quella di Pier Carlo Padoan è un'affermazione che si sente spesso ripetere da chi governa o da coloro che, per fede o convenienza, ritengono che se tutti pagassero le tasse, tutti dovrebbero pagarne di meno. Il buon senso induce a ritenere il contrario, tuttavia. Negli ultimi anni la crescita della quantità di informazioni a disposizione del fisco in Italia è stata esponenziale e, di fatto, potrebbe far impallidire il grande fratello di Orwell. Esiste già un protocollo OCSE per lo scambio di informazioni fiscali tra Stati, ed entro i prossimi tre anni anche i Paesi meno fiscalmente ostili nei confronti degli individui inizieranno a fornire i dati sui denari dei cittadini esteri ai rispettivi Stati di residenza. A quel punto, in effetti, il grande fratello

Scorie - Anno nuovo, strade vecchie

"La "Abenomics" aveva in faretra tre frecce, quella monetaria, quella di bilancio e quella delle "riforme strutturali". Le prime due sono state, bene o male, scoccate. Ma la freccia delle riforme che dovevano affrontare rigidità e spazzare sussidi, nei mercati del lavoro, dei prodotti e dei servizi, sono ancora al palo. Adesso Abe ha avuto con nuove elezioni un nuovo mandato, e intende usarlo per far funzionare la terza freccia. Il 2015 si presenta quindi come l'anno della verità per la Abenomics. Riusciranno i nostri eroi... In verità, meritano di riuscire, se non altro per aver tentato strade nuove." (F. Galimberti) In un articolo dedicato all'anno appena iniziato, Fabrizio Galimberti si occupa delle prospettive delle principali economie mondiali. Con riferimento al Giappone, ricorda che la Abenomics "aveva in faretra tre frecce, quella monetaria, quella di bilancio e quella delle riforme strutturali". Come spesso accade, le p

Scorie - Togli "sotto" e metti "fuori"

"La mia preoccupazione è il debito italiano, che è totalmente sotto controllo." (P. C. Padoan) Quando un ministro dell'Economia in Italia parla di debito pubblico, una euristica efficace consiste nel considerare vero l'esatto opposto di quello che afferma. Nel caso specifico, il fatto stesso che Padoan dica che il debito è la sua preoccupazione, aggiungendo poi che esso è "totalmente sotto controllo" già appare contraddittorio. E in effetti a me pare totalmente fuori controllo. Ovviamente non ci si può aspettare che il ministro dell'Economia dica altro, ammetta che il debito non è sotto controllo e che la sua sostenibilità è del tutto precaria, altrimenti accelererebbe la resa dei conti. Un debito è sotto controllo quando per il debitore è possibile impostare un piano di rientro senza che ciò lo porti all'insolvenza. Nel caso del debito pubblico italiano (ma il discorso, seppur con qualche sfumatura, vale praticamente per tutti i debiti

Scorie - Invenzioni per giustificare il QE

"Chi è contrario al quantitative easing, teme che l'allentamento porti inflazione: strana come posizione visto l'attuale rallentamento dell'economia europea. E teme che gli acquisti obbligazionari possano preparare il terreno a un'altra bolla e a un'altra crisi, e anche questa preoccupazione è curiosa con le rigide regolamentazioni che sono state adottate per governare i mercati finanziari. L'obiezione più sostanziale è che con l'allentamento, i governi europei si sentiranno meno pressati a varare le riforme… In realtà, chi muove questa obiezione – che rappresenta il maggiore ostacolo a un'azione radicale da parte della Bce – ha invertito i termini dell'analisi. Attualmente, con il tasso di inflazione pericolosamente vicino a zero, i governi sono riluttanti a fare tutto ciò che potrebbe aumentare il rischio di deflazione. E il consolidamento fiscale e le riforme strutturali sono entrambi deflazionisti nel breve termine." (B. Eichengreen)

Scorie - Spesa e utilità

"La sfida 2015 si può sintetizzare così: da molte regioni del centro-nord ci arrivano già segnali importanti che il Pil è ripartito, al Sud invece è ancora tutto fermo. Sbloccare il Pil del Sud vuol dire far crescere l'Italia. Se riusciamo a spendere tutti i 9 miliardi previsti, avremo due punti percentuali aggiuntivi di Pil per il Mezzogiorno." (G. Delrio) In queste parole di Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, è condensato il succo dell'approccio keynesiano all'economia. Quello che conta è aumentare la spesa, poco importa come i soldi vengono spesi. Lo stesso Keynes, d'altra parte, sostenne che "scavare buche nel terreno utilizzando il risparmio accumulato accrescerà non solo l'occupazione, ma anche la produzione nazionale di beni e servizi utili" (queste farneticazioni si trovano in quello che è considerato il suo capolavoro, ossia la Teoria Generale dell'Occupazione, dell'Interesse e della Moneta)

Scorie - Il primato della politica

"Naturalmente, un giudizio più completo richiede la valutazione complessiva di tutti i decreti delegati che saranno emessi nella fase attuativa. E naturalmente il testo attuale presenta luci ed ombre; a qualcuno piace, ad altri no. Ma di fronte a un nuovo testo di legge ci si deve comunque porre in atteggiamento positivo, riconoscendo ruolo e funzione dei decisori istituzionali (Parlamento e Governo) cioè tenendo ben presente il primato della politica cui spetta decidere quali diritti ampliare e quali comprimere, e quali tutele accordare a essi. A tutti i destinatari, i giudici in primo luogo, spetta fare quanto è possibile perché la legge funzioni, assicurando la tutela dei diritti riconosciuti a ciascuna parte. Dopo il testo definitivo occorrerà monitorare quel che l'esperienza concreta farà emergere. Vale sempre la "prova del cucchiaio": per sapere se il budino è buono non basta guardarne colore o forma, ma occorre mangiarlo. È interesse di tutti che sia gustoso e

Scorie - Lotta alla povertà con i soldi delgi altri, la forma più pericolosa di comunismo

"Nel 2015 il Governo si dedicherà alla lotta contro la povertà?" (C. Gori) Con questa domanda inizia un articolo di Cristiano Gori, un signore del quale già in passato ho commentato alcune dichiarazioni. Gori è il tipico esempio di persona che si erge a paladino dei meno fortunati, facendo di questo una professione, invocando però l'intervento dello Stato affinché non manchino le risorse finanziarie. Il primo punto consiste sempre nel paragonare la spesa pubblica italiana per la "lotta contro la povertà" a quella degli altri Paesi europei. E il risultato è che l'Italia spende molto meno della media. Prendendo per buoni i numeri riportati da Gori, lo 0.1 per cento del Pil contro lo 0.5 medio. Per di più " l'Italia è, insieme alla Grecia, l'unico Paese europeo privo di una misura nazionale contro la povertà ." Secondo Gori, serve un " ampio Piano, che introduca gradualmente – ad esempio in 4 anni - una misura nazionale indi

Scorie - (S)pareggio di bilancio

"Assumere quell'impegno con un consenso così vasto, in un contesto di crisi di rara intensità, significava comunicare a tutti gli stakeholders dell'economia italiana: famiglie, imprese nazionali ed estere, investitori domestici e internazionali e a tutta la comunità economica e finanziaria che l'Italia avrebbe adottato per un lungo periodo politiche fiscali ultrarestrittive generando così aspettative di un quadro prospettico molto deprimente che si andava a sovrapporre ad un complesso di debolezze diffuse riveniente dalla grande recessione del 2009 che aveva già traumatizzato non poco il paese. Il risultato che sarebbe scaturito poteva pertanto essere uno solo: un crollo dei consumi, degli investimenti, una perdita generalizzata di ricchezza e un inizio di una nuova spirale depressiva difficilmente arrestabile." (G. M. Pignataro) A chi crede che dalla crisi si possa uscire solo ricorrendo a politiche economiche keynesiane, l'idea del pareggio di bilancio

Scorie - Tranquilli, la privacy non si tocca

"Non violeremo in alcun modo la privacy né, tanto meno, apriremo liberamente i conti correnti di tutti, ma ci muoveremo con la logica dell'analisi di rischio, ampliando soltanto quello che metologicamente stiamo facendo. Cioè individuare sempre meglio, e con approssimazione sempre più precisa, coloro che non adempiono ai doveri fiscali, usando tutte le basi di dati in nostro possesso." (R. Orlandi) Rossella Orlandi, direttore dell'Agenzia delle entrate, vuole rassicurare i cosiddetti contribuenti che i suoi collaboratori, pur disponendo praticamente di tutti i dati relativi a tutti i rapporti intestati a chiunque presso intermediari finanziari italiani, non accederanno liberamente ai conti correnti di tutti. Ognuno è libero di dire ciò che vuole, e chi lo ascolta è altrettanto libero di credere a quello che sente, ma una lettura dei fatti nudi e crudi credo debba indurre ad accogliere con scetticismo le dichiarazioni di Orlandi. In Italia esisteva già da

Scorie - Solite keynesianate

"In un mondo ideale la crisi e la deflazione sarebbero affrontate con un vasto programma di investimenti europei, finanziati dal bilancio europeo e da eurobond. Infrastrutture, economia sostenibile, digitale, sono solo alcuni dei settori per i quali la scala ottimale dell'investimento è europea, e in cui un programma coordinato e di lungo periodo è necessario. Ma il mondo in cui viviamo non è ideale, e la fiera opposizione della Germania e di altri Paesi del nord a qualunque ipotesi di mutualizzazione del debito rende impossibile un piano di investimenti europei. La soluzione va quindi trovata a livello nazionale, senza tuttavia rinunciare al necessario coordinamento a livello europeo, unica garanzia per programmi efficaci e fiscalmente sostenibili." (F. Saraceno) Non passa giorno che non venga ospitato sul Sole 24 Ore (almeno) un articolo in cui l'autore invoca una cura keynesiana per i mali dell'Italia e dell'Europa. Francesco Saraceno ritiene che in &