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Visualizzazione dei post da maggio, 2015

Scorie - Consumatori di inflazione e crescita dopata

"Ma la triste realtà è che l'unico modo di fermare le bolle consiste nel fermare la crescita… Janet e il Comitato devono affrontare i fatti – le bolle arriveranno e loro non possono farci nulla. E ovviamente la Fed sarà incolpata per qualsiasi bolla anche quando in realtà non è colpa sua. E' così che funzionano le economie capitalistiche." (D. Zervos) Se uno appartiene alla categoria dei consumatori di inflazione – ossia coloro che traggono beneficio dalle politiche monetarie ultraespansive poste in essere dalle banche centrali – suppongo condivida in pieno le affermazioni di David Zervos, anche se le politiche monetarie comportano una forma di redistribuzione di ricchezza tipica del socialismo, che pure spesso viene (a parole) aborrito dai consumatori di inflazione. Zervos afferma che "l'unico modo di fermare le bolle consiste nel fermare la crescita". Se per crescita si intende quella drogata dall'espansione monetaria e dalla creazione di

Scorie - Seending review: parole (a vanvera) vs numeri

"Non c'è dubbio che la spending review non debba essere un meccanismo di tagli lineari. I tagli sono stati già fatti e la nostra spesa non è tra le più alte, semmai tra le più basse. L'obiettivo è cambiare i meccanismi di spesa e farlo a tutti i livelli." (P. C. Padoan) Quello della spending review è certamente uno degli argomenti sui quali ai politici piace fare chiacchiere senza poi concretizzare granché. Padoan, pur teoricamente essendo un ministro tecnico, riesce a sostenere due cose che si scontrano con i numeri e anche con il buon senso degli italiani. In questo deve aver preso spunto dal presidente del Consiglio, che tutti dicono essere un grande comunicatore (in Italia sono definiti grandi comunicatori coloro che a me sembrano per lo più grandi ciarlatani). Il ministro sostiene che "i tagli sono stati già fatti". Fatto sta che la spesa pubblica non è mai diminuita né in valore assoluto, né in rapporto al Pil. Per cui i tagli sono stati al p

Scorie - (Re)distribuzione

"L'1% più ricco della popolazione italiana detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta, il triplo rispetto al 40% più povero, che detiene solo il 4,9%. Per questo noi comunisti chiediamo che si faccia subito una tassa sulle grandi ricchezze al di sopra del milione di euro e che con quelle risorse si faccia immediatamente un Reddito Minimo per i disoccupati e si riducano le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati. Occorre prendere 20 miliardi di euro dalle tasche dei ricchi e metterli nelle tasche di chi non arriva alla fine del mese." (P. Ferrero) La pubblicazione da parte dell'OCSE dei dati sulla distribuzione della ricchezza in Italia ha fornito a Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, un assist perfetto per rilanciare un evergreen dei comunisti: una patrimoniale con la quale finanziare l'istituzione di un reddito minimo. Ferrero sostiene che occorre "prendere 20 miliardi di euro dalle tasche dei ricchi e metterli nelle tasch

Scorie - Nessuna consolazione

"È vero, poco o tanto che sia, i tassi a zero svantaggiano i risparmiatori. Ma l'esperienza storica, suffragata dai modelli econometrici, mette a confronto i vantaggi del basso costo del capitale e gli svantaggi del basso rendimento. Soppesando gli uni e gli altri, viene fuori che i vantaggi sono superiori agli svantaggi. Se lei ha a cuore anche il bene della patria, potrà trovare qualche consolazione in questo risultato." (F. Galimberti) Rispondendo a un lettore pensionato che gli faceva notare come il denaro a basso costo offra un vantaggio a chi si indebita penalizzando però chi ha dei risparmi investiti nel reddito fisso, Fabrizio Galimberti non ha voluto negare l'evidenza, ribadendo però che, "Soppesando gli uni e gli altri, viene fuori che i vantaggi sono superiori agli svantaggi". Il tutto in base a "esperienza storica, suffragata dai modelli econometrici", chiudendo poi la risposta con l'invocazione al patriottismo da parte del le

Scorie - L'inflazione e il futuro dei giovani

"Se l'inflazione raggiungerà il 2%, il debito italiano scenderà e ci saranno più risorse per tutti, il che significa investire nel futuro per i giovani." (P. C. Padoan) Nel suo sforzo di mandare messaggi rassicuranti agli italiani, il ministro dell'Economia spaccia l'inflazione come un rimedio indolore ai mali dell'Italia. Questo è un argomento di cui mi occupo molto spesso, ma, a costo di essere ripetitivo, voglio ribadire che le parole di Padoan sono un vero e proprio inganno a una parte degli italiani. L'inflazione, anche accettandone la definizione mainstream di crescita di un indice dei prezzi al consumo, porta più risorse ad alcuni, sottraendole però ad altri. Si tratta, quindi, di una forma implicita di tassazione, con evidenti effetti redistributivi, per lo più sovente regressivi. Chiunque è debitore, a maggior ragione se lo è in modo strutturale e in misura consistente, è favorevole all'inflazione, dato che l'inflazione erode

Scorie - Lasciatemi il contante

"È necessaria una ulteriore stretta all'utilizzo del contante, riducendo la soglia massima ed eliminando le banconote di taglio superiore ai 50 euro. Se entro un periodo prefissato i pagamenti elettronici fossero ancora marginali, non resterebbe che prendere provvedimenti più drastici." (S. Simontacchi) Come spesso accade a coloro che si occupano di tematiche fiscali tal punto di vista "tecnico", Stefano Simontacchi suggerisce al legislatore soluzioni ancor più drastiche di quelle finora adottate. Generalmente gli articoli di questi "tecnici" sono organizzati così: nella prima parte fanno una critica molto molto lieve delle cose che non funzionano nel sistema fiscale italiano, giusto per non apparire troppo appiattiti sulle posizioni dello Stato, ma, al tempo stesso, senza calare la mano per non urtare la sensibilità degli alti burocrati ministeriali. Dopodiché forniscono alcuni suggerimenti anche di buon senso, per poi, alla fine, fornire un ass

Scorie - 730 precompilato: all'AdE stanno cercando di risolvere i problemi. Dell'erario.

"Ci sono alcuni casi limitati di errori nella certificazione unica, ma alcune cose sono state esasperate nella coloritura. Il 730 precompilato è una cosa nuova, sperimentale, epocale, che fosse tutto a posto subito con uno schiocco di dita, per magia, era anche infantile immaginarlo. Si tratta di un lavoro duro, fatto in pochi mesi. Come sempre stiamo cercando di risolvere i problemi." (R. Orlandi) Questo ha affermato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, a margine di una audizione in Senato. I problemi che sta generando il 730 precompilato non credo possano essere liquidati come cose "esasperate nella coloritura". Al di là del fatto che ottenere il PIN da parte dell'Agenzia delle Entrate non è semplice come fare cose simili su portali di aziende private che offrono beni o servizi online (ed è anche facile intuire perché: queste ultime sono incentivate a conquistare la preferenza di individui che volontariamente scelgono i loro

Scorie - Pensioni, tante urla per nulla

"Vi ricordate quella meravigliosa parentesi rosa del Def, la differenza tra 2,5 e 2,6% di deficit che voi giudicavate inesistente? C'era ma la utilizziamo per le pensioni per un totale di 2 miliardi e 180 milioni che andranno a 3,7 milioni di pensionati." (M. Renzi) Come è arcinoto, una recente sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco temporaneo della rivalutazione delle pensioni oltre i 1400 euro lordi al mese previsto dal decreto cosiddetto "Salva Italia" con cui esordì il governo tecnico di Mario Monti a fine 2011. Una bella grana per il governo, già alle prese con problemi di reperimento di risorse per disinnescare l'aumento di Iva e accise nel 2016. Come sempre in questi casi, le cifre ballano, ma l'importo massimo pare arriverebbe a 18 miliardi. Dato che annunciare tagli di spesa (peraltro mai concretizzati) o aumenti di tasse (che generalmente poi  arrivano anche quando non annunciati) a pochi giorni da

Scorie - Oliare = redistribuire

"E certamente troppa inflazione è un male. Ma un po' di inflazione è necessaria per oliare le ruote del capitalismo, perché consente alle imprese di ridurre prezzi e salari reali quando necessario (dato che ridurre i prezzi e i salari direttamente è spesso psicologicamente e politicamente difficile). Quando l'inflazione è troppo bassa, trasferisce ricchezza da coloro che hanno debiti – imprese e mutuatari – a coloro che possiedono obbligazioni. Ciò può rallentare l'attività economica rendendo più difficile per famiglie e imprese ripagare i loro debiti." (N. Smith) Credo di non destare meraviglia in nessuno se affermo che uno degli idoli di Noah Smith, ancorché non lo dica mai esplicitamente (pur citandolo spesso), è Paul Krugman. Come sempre in questi casi, per inflazione viene intesa la crescita di un indice dei prezzi al consumo, che sarebbe più appropriato definire una conseguenza dell'inflazione. Per comodità, comunque, adotterò la definizione ma

Scorie - Ma quale crescita?

"Personalmente ho sempre scritto che il nostro problema principale non è la finanza pubblica, è la crescita. Per crescere ci vuole la domanda." (F. Galimberti) Che l'Italia abbia problemi non solo nella finanza pubblica è evidente, ma dubito che sarebbe possibile lasciare salire il deficit contando su un contemporaneo aumento del Pil in modo da contenere l'aumento del rapporto tra debito pubblico e Pil. Fabrizio Galimberti, da buon keynesiano, ripete il mantra che la via maestra per risolvere il problema del debito consiste nel far crescere il Pil piuttosto che nel contenere l'accumulazione di deficit (che aumentano il debito). Che in una economia in recessione il rapporto tra debito e Pil corra il serio rischio di aumentare anche a fronte di un contenimento del deficit è indubbiamente vero, ma che il motore di crescita economica debba essere il deficit di bilancio è smentito dal buon senso, oltre che dalla storia. Il buon senso dovrebbe rendere

Scorie - Problemi di vista

"I rischi alla stabilità finanziaria sono moderati. Non vediamo segnali di bolle." (J. Yellen) Questo ha dichiarato Janet Yellen, per l'ennesima volta peraltro. Bontà sua, ha almeno ammesso che le quotazioni azionarie sono "abbastanza alte" e che i tassi di interesse sono bassi, senza però considerare preoccupanti le condizioni prevalenti nel variegato mondo obbligazionario, dove le banche centrali operano massicciamente in modo diretto. Ovviamente da un banchiere centrale, a maggior ragione se presidente della Federal Reserve, non ci si può aspettare che dica altro. Uno potrebbe anche sostenere che non ha senso chiedere a un banchiere centrale se crede che ci siano bolle o rischi di formazione di bolle. Considerando che la risposta è scontata, in effetti l'unico senso che ha è registrare la risposta, per ricordare queste dichiarazioni che fanno a pugni con la realtà quando sarà il momento opportuno. E qualora, invece, Yellen fosse sincera, non

Scorie - I keynesiani alla bolognese promettono di trasformare le pietre in tortellini

"Progetti di investimento profittevoli e adeguatamente selezionati e monitorati, quali quelli che vengono considerati nel piano Junker, potrebbero essere realizzati in modo coordinato, a livello europeo, con investimenti pubblici finanziati con debito. Dato il basso costo di finanziamento essi si ripagherebbero nel lungo periodo fornendo una spinta consistente all'economia dell'eurozona." (S. De Nardis) Sergio De Nardis, capo economista di Nomisma, ha realizzato un'analisi dalla quale risulta che l'Italia, per riprendersi dalla crisi, necessita di una bella ricetta keynesiana. Ohibò, non certo una conclusione particolarmente innovativa. Gli investimenti sono calati del 34 per cento dal 2007, quindi lo Stato dovrebbe avere il "coraggio" di avviare un programma di investimenti pubblici finanziati anche in deficit. Non manca, ovviamente, la formula magica del moltiplicatore keynesiano, quello che, come concluse ironicamente Mises, promette di

Scorie - Angelino, l'avventuriero

"La nostra avventura ha avuto uno sviluppo lineare e coerente. Abbiamo scelto la strada più impervia e difficile per creare un'area politica capace di sfidare il Pd, senza gruppi editoriali e poteri forti alle spalle, sorretti dalla grande forza del buon senso degli italiani. Do un affettuoso appuntamento ai sondaggisti per la notte del 31 maggio. Sono certo che a quell'appuntamento ci presenteremo con un grande sorriso. La nostra scommessa non era facile ma era giusta e noi non siamo per le cose facili ma per quelle giuste." (A. Alfano) A prescindere da ciò che si pensa del suo operato come ministro dell'Interno, credo che si possa concordare sul fatto che Angelino Alfano non sia la persona più indicata a motivare colleghi di partito e militanti. Non ha le doti del trascinatore, che nel contesto politico italiano coincide con un tipo che con una certa sfrontatezza dice cose non corrispondenti al vero pur di "caricare" i propri interlocutori. Attiv

Scorie - Quelli che lo Stato non spende abbastanza

"Il motivo per cui l'economia italiana cresce meno della media europea e la disoccupazione è altissima non è la crisi, ma va cercato proprio nelle politiche di rigore e austerità che dicono di voler risolvere la crisi. La causa principale della disoccupazione è data dall'enorme avanzo primario di bilancio che sottrae ogni anno decine di miliardi all'economia italiana e per questa via deprime la domanda interna, il cui calo è all'origine della disoccupazione. Gli italiani non lo sanno - e chi lo dice è censurato – ma lo Stato italiano fin dal 1992 è in avanzo primario e in questi anni sono oltre 600 i miliardi che in questo modo sono stati sottratti all'economia proprio a causa delle politiche di austerità. Quella che Renzi e i suoi presentano come la cura è in realtà la malattia: per battere la disoccupazione lo Stato deve spendere, non risparmiare!" (P. Ferrero) Quando Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, era parlamentare, per me era

Scorie - Relazioni

"In Italia il capitalismo di relazione ha prodotto alcuni effetti decisamente negativi: è il momento di mettere la parola fine a un sistema basato più sulle relazioni che sulla trasparenza e sul rapporto con il mondo che sta fuori e chiede più dinamismo e trasparenza… Questo Paese ha un problema di classe dirigente, non solo di politica. Noi stiamo facendo la nostra parte ma non tocca solo a noi. Il sistema del capitalismo di relazione è morto e se non muore, muore l'Italia: la politica oggi è fuori da questo gioco, cambia passo. L'impresa ci dia una mano a cambiare questo sistema." (M. Renzi) Intervenendo a Milano presso la sede della Borsa Italiana davanti a una platea di banchieri e imprenditori, Matteo Renzi ha condannato a morte il cosiddetto capitalismo di relazione. Come non essere d'accordo, in linea di principio. Lo Stato, in tutte le sue articolazioni, non dovrebbe intervenire né favorire questo o quel settore o, peggio ancora, questo o quell&#