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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014

Scorie - The (bad) conscience of a liberal (28)

"Supponiamo, per amore della discussione, che i sindacati e i sussidi di disoccupazione stessero realmente tenendo elevati i salari, e che sciogliere i sindacati e affamare i disoccupati avrebbe portato a una grande riduzione dei salari. Perché questo avrebbe dovuto promuovere l'occupazione? Non dite che è ovvio, perché il lavoro sarebbe divenuto meno costoso e un maggior numero di persone sarebbe stato occupato. Come evidenziò Keynes, ciò ha senso a livello individuale o per un gruppo di lavoratori, ma non se ognuno subisce una riduzione dei salari e – come ci si può attendere – i prezzi calano. In questo caso il prezzo relativo del lavoro non è diminuito, per cui non vi è ragione affinché l'occupazione aumenti." (P. Krugman) Questa volta Paul Krugman se la prende con Ludwig von Mises, che viene con un certo dileggio definito "santo patrono degli austriaci". A suo dire, durante la Grande Depressione, Mises sostanzialmente abbandonò la teoria del ciclo eco

Scorie - Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere

"Mettiamo che in un mercato libero il salario che si verrebbe a creare spontaneamente, per l'incontro fra domanda e offerta di lavoro, sia di 6 euro l'ora. Ma nella realtà – sempre una realtà lasciata a se stessa – si riscontrano salari di 5 euro l'ora. Perché? Perché ci sono degli "attriti" nel mercato del lavoro. Se un lavoratore vuole lasciare un posto che rende poco e cercarne un altro, ci sono costi legati a questa ricerca: deve darsi da fare, chiedere a destra e a sinistra… Allora, data l'esistenza di questi costi, rimane dov'è e al datore di lavoro rimane il vantaggio di pagare 5 euro per un'ora di lavoro che, in un mercato privo di "attriti", costerebbe 6. Ecco che in quel caso lo Stato sarebbe giustificato a introdurre un salario minimo di 6. Ci possono poi essere altre ragioni: per esempio, con un salario minimo più alto ci sono maggiori costi per l'impresa ma anche più vantaggi. Se il lavoratore è più contento, ci sarà m

Scorie - Il triplete di Saccomanni

"Dopo che la caduta del Pil si è fermata nel terzo trimestre, abbiamo forti indicazioni che nel quarto trimestre l'economia abbia ripreso a crescere… Guardando agli ultimi sette mesi il Governo ha raggiunto i tre obiettivi che si era posto a maggio: rilanciare l'economia, restare dentro le direttive europee sul bilancio pubblico e aprire il capitolo delle riforme istituzionali ed economiche." (F. Saccomanni) Nei giorni scorsi Fabrizio Saccomanni ha partecipato al World Economic Forum che tradizionalmente si tiene a Davos in gennaio. Da buon tecnocrate che frequenta quel genere di consessi da tanti anni, Saccomanni ha ricevuto diversi attestati di stima da parte degli altri partecipanti. Un'euristica piuttosto efficace mi induce a ritenere che quando un ministro viene apprezzato a Davos (o alle riunioni del FMI e altre organizzazioni del genere) significa che non c'è nulla di apprezzabile nel suo operato. Nel caso di Saccomanni, peraltro, non è stato necessar

Scorie - Stranguglioni

"La gente in fila per pagare le tasse ti fa venire uno stranguglione al cuore. E' allucinante che su un tema su cui avevano detto "non si pagherà", poi si paga." (M. Renzi) Le parole di Matteo Renzi a proposito della mini-IMU sarebbero anche condivisibili, se non fosse che a pronunciarle non è un signore qualsiasi, bensì il segretario del maggior partito che compone la maggioranza di governo. Sarà pur vero che Renzi non era ancora segretario del PD nei mesi durante i quali il governo non è riuscito a trovare 4 miliardi per eliminare completamente l'IMU sulle abitazioni principali, ma non era neppure l'ultimo arrivato. Dato che lo stranguglione al cuore di Renzi corrisponde a qualcosa di più scurrile che prende i contribuenti a livello del pube, non è una gran consolazione sentirlo criticare il governo che, pure, tutti i giorni ripete di non voler fare cadere. Ma è evidente che le principali responsabilità per avere per l'ennesima volta costretto mi

Scorie - I bei tempi andati

"Forse, se avessimo avuto ancora la vecchia Banca d'Italia, le cose sarebbero andate meglio: più che un divorzio, con ognuno che si fa una nuova vita, siamo ormai come i separati in casa. Una sterile convivenza, ricordando i bei tempi andati." (G. Salerno Aletta) Guido Salerno Aletta si unisce al coro dei nostalgici dei "bei tempi andati" in cui non solo in Italia c'era la lira, ma la Banca d'Italia assicurava la monetizzazione del debito pubblico, se necessario. In sostanza, il mondo così come era prima del cosiddetto divorzio, che avvenne nel 1981. I nostalgici guardano a quello che succede negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Giappone, dove le banche centrali negli ultimi anni hanno monetizzato quote di debito pubblico comprese tra il 25 e il 50 per cento delle nuove emissioni, calmierando così gli interessi sui titoli di Stato, che per la parte acquistata nell'ambito dei programmi di cosiddetto allentamento quantitativo sono in per lo più un

Scorie - Primum non nocere

"Cresceremo ancora una volta meno degli altri, ma almeno usciremo dalla morta gora in cui siamo invischiati da troppi anni. Cosa può fare in questo frangente la politica? E' triste doverlo dire, ma l'unica cosa che famiglie e imprese possono chiedere ai palazzi e alle stanze dei bottoni (si fa per dire) è di ricordare il giuramento ippocratico: "primum non nocere". Non chiediamo altro." (F. Galimberti) Per una volta sarei quasi tentato dal non dissentire con Galimberti, nel senso che quel "primum non nocere" rivolto alla politica risponde al buon senso, a mio parere. La differenza tra Galimberti e me, in questo caso, è che lui ritiene che sia "triste doverlo dire", mentre io penso che sia triste aspettarsi che chi sta nelle stanze dei bottoni possa risolvere problemi, invece che crearne. La sua tristezza deriva dal fatto che, considerando la situazione di finanza pubblica (ben più che precaria) e i vincoli all'aumento del deficit, l

Scorie - Angelino, un vero altruista

"Sono a stipendio unico e a fatica multipla. Abbiamo lavorato bene al Viminale, ed è un lavoro da portare avanti e proseguire per il bene del Paese." (A. Alfano) Così ha risposto Angelino Alfano a chi gli chiedeva se avesse intenzione di rinunciare a uno dei suoi incarichi, segnatamente a quello di ministro dell'Interno. Nel PD probabilmente sperano che Alfano rinunci spontaneamente alla poltrona, senza che debba farlo "spintaneamente", con il rischio di caduta del governo (ipotesi che potrebbe peraltro piacere a più di un esponente del PD). "Stipendio unico e fatica multipla": povero Angelino, costretto a fare gli straordinari per un tozzo di pane. Un vero eroe, degno erede morale di Stachanov. E dato che il lavoro al Viminale è stato buono (ma quando mai un ministro ha detto il contrario?), si tratta di un lavoro da proseguire. Ovviamente "per il bene del Paese". Un altruismo davvero commovente quello di Alfano. Uno spirito di sacrificio

Scorie - Giustizia e ingiustizia

"Anche il mio partito vuole arrivare al pareggio di bilancio, ma intende farlo in modo molto diverso dai Tories, soprattutto aumentando le tasse per i ricchi. Non è giusto che a subire i sacrifici siano i poveri che dipendono dai sussidi." (N. Clegg) Nick Clegg è leader del partito liberaldemocratico che appoggia il governo inglese guidato da David Cameron. Il quale si starebbe apprestando a tagliare spesa per la somma equivalente di 30 miliardi di euro (per intenderci, quella che in Italia nella migliore delle ipotesi verrebbe tagliata in tre anni, e quasi sicuramente non lo sarà), per ridurre il deficit pubblico. Secondo Clegg sarebbe il caso di aumentare le tasse per i ricchi, perché "non è giusto che a subire i sacrifici siano i poveri che dipendono dai sussidi". Al contrario, io credo che non sia giusto che qualcuno percepisca dei sussidi da parte dello Stato. Non sono contrario in linea di principio ai sussidi, purché essi siano erogati volontariamente da so

Scorie - The (bad) conscience of a liberal (27)

"Il punto è che il dilemma che spiega, teoricamente, perché la Fed stia cercando di dare con una mano quello che toglie con l'altra, non ha niente a che fare con la forma della politica monetaria, e tutto a che fare con l'evidenza incontestabile che il tasso di interesse naturale è negativo." (P. Krugman) Nel fornire una sua spiegazione sul perché la Federal Reserve abbia recentemente annunciato che ridurrà gradualmente l'ammontare mensile di acquisti di titoli di stato e garantiti da ipoteche, al tempo stesso assicurando che il tasso sui Fed Funds resterà a zero ancora a lungo, Paul Krugman si è spinto fino a sostenere che il tasso di interesse naturale è negativo. Premesso che finché gli acquisti saranno solo ridotti e non azzerati al lato pratico la base monetaria continuerà ad aumentare di qualche decina di miliardi di dollari al mese, il ragionamento di Krugman è distorto almeno quanto lo è il mercato monetario attuale. Il concetto di tasso di interesse nat

Scorie - Il capitale umano girato quello dei contribuenti

"Mi interessavano due scenari, quello dell'hinterland con i grumi di villette pretenziose dove si celano illusioni e delusioni sociali, e quello dei grandi spazi attorno a ville sontuose dai cancelli invalicabili… Mi pare che gli italiani abbiano pochissimo senso civico e che la nostra borghesia sia molto egoista e carente verso i bisogni degli altri. Del resto siamo un paese plasmato dal berlusconismo, dagli ostentatori che rendono volgare la ricchezza e lo spreco, che fa dei truffatori e degli evasori dei martiri e degli eroi." (P. Virzì) Ho tratto queste parole da un'intervista rilasciata da Paolo Virzì alla Repubblica, in occasione dell'uscita nelle sale cinematografiche del suo ultimo film, "Il capitale umano" (che non ho visto). Virzì è il classico regista sinistrorso snob che ostenta un certo disprezzo per quelli che, in fin dei conti, contribuiscono in modo determinante a tenere ancora in piedi l'Italia, raffigurati tutti come se fossero qu

Scorie - Seguirà il dibattito

"Non abbiamo ancora un modello macro ben sviluppato che incorpori in modo realistico il settore finanziario… non capiamo pienamente in che modo i programmi di acquisti di asset su vasta scala funzionino nell'alleviare le condizioni dei mercati finanziari, c'è ancora un grande dibattito." (W. Dudley) William Dudley è presidente della Fed di New York, la sede operativamente più importante della banca centrale statunitense. Le dichiarazioni che ho riportato rendono evidenti due grandi problemi dell'economia mainstream, imperniata su modelli nei quali la realtà viene piegata alla finzione per fare in modo che il funzionamento del sistema economico sia rappresentabile (e la sua evoluzione prevedibile) matematicamente. Non è un mistero che la moneta sia esclusa dai modelli mainstream, per il semplice fatto che la si ritiene "neutrale". In altri termini, la moneta serve a facilitare gli scambi, ma è ininfluente, se non nel breve termine. Pertanto non ha senso