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Visualizzazione dei post da novembre, 2018

Scorie - Vogliono aumentare la spesa, ma dicono che si risparmierà

Proseguendo nella serie, che non ha soluzione di continuità, di affermazioni nella migliore delle ipotesi prive di senso, Luigi Di Maio, riferendosi alla probabile revisione della bozza di legge di bilancio, ha affermato: " Se il tema non è quanto c'è di numeri in questa manovra ma le misure fondamentali per far ripartire il Paese, allora secondo me troveremo un dialogo con l'Ue. Quindi io non mi impicco ai numeri ma deve essere chiaro che il reddito di cittadinanza, quota 100, l'Ires abbassata per le imprese, meno tasse per le partite Iva, i rimborsi ai truffati delle banche non si toccano. Ed è chiaro che quando andiamo a vedere l'impatto di queste misure sulla spesa pubblica potremmo trovarci di fronte ad una situazione in cui andiamo a risparmiare dei soldi ." Come ho già avuto modo di osservare, in questi giorni l'esercizio da parte degli esponenti principali del governo del calcio in avanti barattolo, anche di pochi c

Scorie - Tria denincia l'aumento di spesa corrente per difendere un aumento di spesa corrente

Difendendo la posizione del governo davanti ai senatori, il ministro dell'Economia Tria ha ricordato le responsabilità dei suoi predecessori: " Non si tratta qui di attribuire responsabilità a chi ci ha preceduto nella responsabilità di governo perché di fronte alla commissione c'è lo Stato italiano rappresentato dal governo pro tempore, che quindi è tenuto a farsi carico di tutta la nostra storia. Ciò non toglie che dobbiamo chiederci per quale motivo oggi ci dobbiamo far carico di una situazione della finanza pubblica che ci pone in oggettiva difficoltà. Non dimentichiamo che l'Italia ha beneficiato del Qe che ha portato ad un risparmio per spesa in interessi a 35 miliardi di euro miliardi euro e che non si è riflesso in una discesa del debito e solo limitatamente in un contenimento del deficit. Dal 2014 abbiamo invece avuto un aumento della spesa corrente per assorbire questo beneficio e finanziarie la stagione dei tanti bonus con oneri che

Scorie - Tasse europee per socialisti europei

Nel consueto editoriale filoeuropeista della domenica sul Sole 24Ore, Sergio Fabbrini commenta l'ennesima iniziativa franco-tedesca, questa volta relativa all'istituzione di un budget per l'Eurozona. " Fino a quando il budget dell'Eurozona non deriverà da autentiche risorse proprie, sarà difficile autonomizzarlo dalle pressioni dei Paesi che contribuiscono ad esso. Un budget indipendente stimolerebbe una più razionale distribuzione delle responsabilità di spesa tra il livello nazionale e quello europeo. Ma soprattutto, costituirebbe la condizione necessaria per democratizzare il governo dell'Eurozona (rovesciando il motto della rivoluzione americana, si può dire che non vi è potere politico senza potere fiscale, ovvero che non c'è representation senza taxation) ." Come sempre Fabbrini prende posizione a favore di un approccio da super-stato europeo. Il punto di vista è sempre quello di chi governa e utilizza le risorse,

Scorie - La versione gialloverde del calcio al barattolo

Dopo la cena di Conte e Tria con il presidente della Commissione europea Juncker, il nuovo mantra governativo per prendere tempo e per tentare di gabbare gli interlocutori è diventato, più o meno letteralmente, che il deficit si può rivedere di qualche decimale al ribasso. Dopo che per settimane era stato affermato il contrario, considerando il 2.4% di deficit in rapporto al Pil come un totem. Per esempio, ecco Giggino: " Il tema non sono i numerini, ma i cittadini, l'importante è che questa manovra abbia dentro quota 100 per le pensioni, il reddito di cittadinanza, le pensioni di cittadinanza, i rimborsi ai truffati delle banche, oltre al pacchetto imprese. Queste sono misure dalle quali non possiamo prescindere. Poi, se all'interno della contrattazione deve diminuire un po' di deficit per noi non è importante, il tema non è lo scontro con l'Ue sul 2,4%, l'importante è che non si abbatta di una sola persona la platea che riceve

Scorie - (La storiella delle) Dismissioni

Cercando di infinocchiare la Commissione europea, credendo probabilmente che sia composta da persone stupide come i suoi elettori (invece gli eurocrati hanno tanti altri difetti, ma temo non siano stupidi), Luigi Di Maio va ripetendo da giorni che i conti non deraglieranno ulteriormente rispetto a quanto programmato dal governo, perché ci saranno 18 miliardi (oltre un punto di Pil) di dismissioni. Il tutto mentre lo stesso governo procederà di fatto a (ri)nazionalizzare Alitalia e un identico proposito ha più volte (a mio parere inopportunamente, oltre che incautamente) espresso anche a proposito di Autostrade. Anche tralasciando questo aspetto, l'obiettivo, da realizzare nel solo 2019, appare abbastanza irraggiungibile, al pari della crescita del Pil che, secondo il governo, sarà dell'1.5%. Peraltro, i 18 miliardi dovrebbero essere raccolti vendendo ciarpame. Secondo Di Maio, infatti: " Non stiamo parlando di asset stra

Scorie - I falsi amici del mercato

Se c'è una cosa che mi infastidisce, ma che già Adam Smith nel suo " Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni " aveva evidenziato, è la tendenza da parte delle imprese che hanno avuto successo sul mercato a ritenere che lo stesso non funzioni bene e debba essere in qualche modo corretto, magari formando dei cartelli e cercando la protezione dello Stato. Prendete, per esempio, l'amministratore delegato di Apple, Tim Cook: " Il mercato non sta funzionando, l'auto-regolazione è un fallimento, dobbiamo accettare un maggiore intervento dello Stato ." Ogni nuova regolamentazione comporta generalmente oneri proporzionalmente superiori per le piccole imprese e tende anche a rappresentare barriere all'entrata. Non stupisce affatto che chi ha raggiunto una quota di mercato significativa, proprio quando la concorrenza inizia a mordere, si dica convinto che sia necessario " un maggiore intervent