Post

Visualizzazione dei post da giugno, 2015

Scorie - Presunzioni fatali

"Ma ci sono alcuni grossi problemi se si alzano i tassi di interesse per contenere la crescita dei prezzi delle attività finanziarie. In primo luogo, non è chiaro quando i prezzi sono troppo alti o troppo bassi… In secondo luogo, i tassi di interesse non influenzano solo i prezzi delle attività finanziarie, ma anche i prezzi di beni e servizi… Se si inizia a muovere i tassi di interesse per combattere le bolle o per rinvigorire i prezzi delle attività finanziarie dopo una discesa, si impongono costi pesanti all'economia, perché si causano fluttuazioni sia all'economia reale, sia all'inflazione." (N. Smith) Occupandosi delle difficoltà che hanno coloro che gestiscono la politica monetaria e la regolamentazione finanziaria nel contenere la formazione di bolle, Noah Smith mette in evidenza i limiti della politica monetaria e delle politiche definite macroprudenziali (che sono altrettanto arbitrarie e, probabilmente, ancor più dannose). Peccato, però, che no

Scorie - L'unica sicurezza è che quella garanzia non esiste

"Nei prossimi giorni, ciò che serve sono pazienza e calma. I depositi bancari dei greci sono al sicuro. Lo stesso vale per il pagamento di stipendi e pensioni, anch'essi garantiti." (A. Tsipras) Nell'annunciare la chiusura delle banche almeno fino a quando si sarà tenuto il referendum del 5 luglio che lui stesso ha indetto (a sorpresa) venerdì sera, Alexis Tsipras ha maldestramente tentato di rassicurare i greci. Chiedendo poi loro di votate "no" al referendum, nel quale in buona sostanza si chiederà ai cittadini se vogliono accettare o meno l'ultima proposta della troika (anche se Tsipras non vuole che la si chiami così). Ma già da qualche tempo i greci stessi non erano tanto calmi e pazienti, se è vero che i depositi stavano calando a un ritmo di circa un miliardo di euro al giorno. Le code ai bancomat sono ciò che i mezzi di informazione fanno vedere perché, come direbbe Bastiat, è ciò che si vede. Ed è anche l'immagine tipica della cris

Scorie - Gli schiavi della politica con la P maiuscola

"Dobbiamo ricorrere a dosi massicce di politica per restituire l'Europa agli europei. Dobbiamo prendere coscienza che l'Europa esiste se torniamo a concepirla come una piattaforma unica di valori e cultura. Anche gli Stati Uniti, in fondo, funzionano così. Nessuno si immagina di far diventare l'Arkansas una Silicon Valley. L'Arkansas viene sovvenzionato, perché è parte di un sentire comune. L'Europa così com'è ha fallito. O ne prenderemo rapidamente atto, e saremo capaci di cambiare, oppure saremo travolti dall'onda. Va recuperato l'orgoglio di essere la comunità che ha dato al mondo, proprio partendo dalla cultura ellenistica, il meglio del pensiero e dei diritti dell'uomo. Solo su questa base potremo ancora stare insieme e costruire un futuro comune." (C. De Benedetti) Carlo De Benedetti si lascia andare a un esercizio di retorica in nome di un ideale europeista al quale ormai siamo abituati. Di fronte alle crisi di rigetto verso (q

Scorie - The Charlatan

"Nel 2024 lascerò. Studierò, farò il professore." (M. Renzi) Tra le altre cose, questo ha detto Matteo Renzi alla giornalista del New Yorker che ne ha fatto un ritratto dal titolo "The demolition man". Se non avesse una tenenza piuttosto evidente (e per la quale fornisce materiale empirico quotidianamente) a raccontare balle da far sembrare un dilettante il geometra Calboni durante il viaggio in cabriolet verso Courmayeur (i cultori di Fantozzi avranno certamente presente la scena), si potrebbe quanto meno sperare di dover sopportare le sue sbruffonate per (soli) poco più di otto anni. Ma Renzi, in fin dei conti, è passato direttamente dai lupetti alla provincia prima e al comune di Firenze poi, finché non ha raccomandato di stare sereno a Enrico Letta, preparandosi a defenestrarlo e a prenderne il posto a palazzo Chigi. Magari si mettesse a studiare nel 2024. Io ne dubito fortemente. Però mi rimane un dubbio: farebbe più danni restando in politica

Scorie - Come pagare un Big Mac

"Ad ogni modo, cos'è il denaro? Per me, la risposta è sempre sembrata semplice: il denaro è ciò che dai in cambio di beni e servizi. Ma molte persone non sembrano dello stesso avviso. Si sentono molti dichiarare che "l'oro è denaro", anche se non possono andare da McDonald's e utilizzare le loro monete d'oro da collezione per comprare un Big Mac. Ciò che costoro intendono è che – da loro punto di vista – l'oro manterrà il suo valore nel lungo periodo. In altre parole, prevedono che fra 100 anni potranno scambiare le loro monete d'oro da collezione con la moneta prevalente, e utilizzare quella moneta per comprare più o meno gli stessi Big Mac che potrebbero comprare oggi scambiando le loro monete d'oro da collezione con dollari. Ma essere una buona riserva di valore nel lungo termine non è una caratteristica realmente desiderabile per una moneta… Non vuoi che il tuo denaro perda il 30 per cento del valore dal momento in cui entra nel tuo conto

Scorie - La scelta è tra il male e il peggio

"Le pressioni che si stanno esercitando su Atene, perché comprima ancor più spesa pubblica e pensioni già ridotte al minimo, conferma che l'Unione è guidata da poteri sprovvisti di senso della responsabilità. Se fossero adulti, quei poteri inviterebbero nelle stanze dei negoziati persone che abbiano senso storico, e soprattutto memoria. Persone con una visione centrale e un forte principio ispiratore, consapevoli del fatto che la storia è tragica, memori dei disastri passati e lucide sui pericoli incombenti: lo sfaldarsi dell'Unione, e della sua forza di attrazione presso i propri cittadini. Ci sarebbero, seduti al tavolo delle trattative, esperti geo-strategici, ed economisti sistematicamente disprezzati, anche se in questi anni non hanno sbagliato previsioni, come i due premi Nobel Joseph Stiglitz e Paul Krugman." (B. Spinelli) Barbara Spinelli è tra coloro che sostengono, mi si passi la semplificazione, invocano l'Europa della solidarietà nei confronti

Scorie - Tassare le perdite

"Il Governo sta pensando di rendere deducibili in un anno le perdite su crediti delle banche. E' bene ricordare che esiste un motivo se le sofferenze hanno un trattamento fiscale peculiare ed è che esse sono insite nell'attività bancaria e quindi già scontate nel prezzo del credito." (G. Paglia) Giovanni Paglia è deputato di Sel e componente della commissione Finanze della Camera. Commentando l'ipotesi di rendere deducibili in un solo anno le perdite su crediti delle banche, parla di regalo del governo alle banche stesse. Il problema principale della maggior parte delle invettive contro le banche è che colpiscono i bersagli sbagliati. Invece di sentire critiche al sistema della riserva frazionaria, si sente invocare più credito per tutti; invece di contrastare la creazione di denaro dal nulla per le conseguenze sul potere d'acquisto dei risparmiatori e dei percettori di redditi fissi, si invoca la stampa illimitata di denaro, senza accorgersi (o fing

Scorie - Spendere i risparmi che non ci sono

"L'Italia sta andando bene, ha un avanzo primario, ma secondo me quei soldi dovrebbe spenderli in spesa pubblica. E con il tasso decennale al 2%, l'Italia deve indebitarsi e spendere. Il problema in Europa e nel mondo è il risparmio eccessivo che alimenta la minaccia di deflazione. Per contrastare il problema del risparmio eccessivo c'è un unico modo: aumentare la spesa pubblica. L'Europa sta sbagliando strategia imponendo il taglio del deficit." (C. Zhao) Chen Zhao è co-director della Global Macro Research in Legg Mason, grande società di gestione di fondi di investimento. Da buon keynesiano, Zhao vede il mondo affogare in un eccesso di risparmio che sta provocando forti spinte deflattive. Come sempre in questi casi, Zhao confonde grandezze nominali e grandezze reali, considerando il denaro creato dal nulla dalle banche centrali come se fosse risparmio reale. Invita quindi l'Italia ad azzerare l'avanzo primario aumentando la spesa pubblica (

Scorie - Monsignor Tafazzi

"Accogliere gli immigrati è un risarcimento. Non facciamo un piacere ma risarciamo danni e furti che abbiamo fatto per anni." (N. Galantino) Secondo monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, la questione dell'accoglienza agli immigrati (spinti ad attraversare il Mediterraneo per qualsivoglia motivo) andrebbe valutata come un risarcimento per "danni e furti che abbiamo fatto per anni". Il monsignore è ovviamente libero di pensare e dire quello che vuole, ma la logica che adotta a me pare priva di senso. Dubito che coloro che oggi vivono e pagano le tasse in Italia abbiano fatto "danni e furti per anni" nei confronti delle persone che immigrano. E anche qualora vi fossero casi del genere, le responsabilità non sarebbero collettive, bensì da attribuire a chi ha fatto quei danni e quei furti. Quanto ai danni e furti riferibili al periodo delle conquiste coloniali, adottando la logica di monsignor Galantino si dovrebbe finire

Scorie - La risposta è no

"Ci sono molte partecipate che andrebbero semplicemente chiuse, perché sono fonti di spreco. Altre società, invece, funzionano bene ed è per esse immaginabile un percorso di valorizzazione." (P. C. Padoan) Leggendo le parole del ministro Padoan si potrebbe quasi essere d'accordo con lui: chiudere le partecipate inutili e valorizzare (ossia vendere) quelle che funzionano bene. Peccato che le stesse cose le stia dicendo da più di un anno, da solo o in coppia con Renzi, senza peraltro aver venduto né chiuso alcuna di quelle società. Se Padoan e colleghi dimostrassero la stessa inconcludenza quando si tratta di introdurre una nuova tassa o inasprire una tassa esistente, i cosiddetti contribuenti potrebbero trarne (un seppur lieve) giovamento. Invece quando si tratta di tasse capita persino di sentire quelle stesse persone parlare di riduzioni senza avere alcun senso del pudore, pur essendo smentiti dai dati forniti dalle stesse fonti governative. La doma

Scorie - Peter Pan alla stampante

"Sono sicuro che siete familiari con la storia di Peter Pan, quando dice che nel momento in cui dubitate di poter volare, allora smettete per sempre di essere in grado di farlo. Sì, quello di cui abbiamo bisogno è un atteggiamento positivo e convinzione." (H. Kuroda) Suppongo che a chi, come me, è nato negli anni Settanta, capiti di associare i nomi giapponesi a personaggi da cartoni animati che guardava negli anni Ottanta. Quando un tale Harukiro Kuroda cita Peter Pan, uno non si aspetterebbe che costui sia il presidente della Bank of Japan, la banca centrale giapponese. Un signore che, nell'ambito della cosiddetta Abenomics (la politica economica voluta dal primo ministro Abe, fatta di deficit spending e monetizzazione del debito), sta stampando yen in proporzioni ben superiori a quanto fatto dai colleghi di Stati Uniti, Regno Unito e Area euro. Il fatto è che finora gli effetti si sono visti soprattutto sullo yen, che si è indebolito, e sulla Borsa giappo

Scorie - Il big government non porta benessere

"I conservatori di oggi insistono nel sostenere che il "big government" è un male. Gli intellettuali libertari, che influenzano la maggior parte delle elite del movimento conservatore, attaccano lo stato da ogni possibile angolo. E gli economisti, nel passato, hanno a volte fornito le munizioni teoriche per le idee libertarie, facendo modelli nei quali i mercati possono sistemare tutto e lo stato fa solo danni." (N. Smith) Negli Stati Uniti sono spesso definiti "libertari" più o meno tutti coloro che non sono "liberal" e in qualche misura vorrebbero un ridimensionamento del ruolo dello Stato. Non è difficile capire che per i "liberal", che sono poi in definitiva i sinistrorsi americani, il fatto di mettere assieme sotto la definizione di "libertari" pere e mele non sia un problema. Anzi, rappresenta un utile metodo per gettare più facilmente discredito sui libertari stessi. Noah Smith parla spesso di libertari e scuo

Scorie - La banca che non ci manca

"In un mondo segnato da quella che Keynes chiamava «irriducibile incertezza», il 'lasciare che le cose vadano per il loro corso' non può essere una raccomandazione per tutte le stagioni." (F. Galimberti) Recensendo il libro di Pierluigi Ciocca dal titolo "La banca che ci manca", in cui l'autore critica l'attuale assetto della Bce e ne auspica una rivisitazione profonda delle prerogative e del mandato, Fabrizio Galimberti ne ha approfittato per partire dal suo idolo Keynes. Scelta quasi inevitabile, dato l'obiettivo della recensione, ossia quello di condividere in pieno il punto di vista di Ciocca. In fin dei conti è proprio sul cosa fare di fronte all'incertezza che Keynes e tutti i suoi seguaci (tra i quali l'autore del libro e il suo recensore) furono e sono fortemente critici nei confronti del laissez faire. Ciocca, come già Keynes, considera il capitalismo intrinsecamente "instabile". Da ciò trae giustificazion

Scorie - Il miglior servizio pubblico è quello che non c'è

"Volendone attribuire una parte anche significativa e maggioritaria alla Rai, perché non renderne disponibile una quota (per esempio quella recuperata dall'evasione) per le altre tv generaliste, le pay, le televisioni locali e la web tv? Capaci di produrre proposte specifiche e qualificanti, anche educational, su temi eventi o progetti di grande rilievo e di interesse generale. Potrebbe essere uno stimolo per migliorare in molti segmenti l'offerta complessiva del sistema televisivo, mettendo pubblico e privato in competizione sulla qualità dell'offerta (non solo degli eventi), riqualificando così la "tassa più odiata dagli italiani", firmando un patto di qualità nell'interesse dei telespettatori cittadini e non solo dei telespettatori consumatori. È un'idea, parliamone." (G. Minoli) Giovanni Minoli, che di anni in Rai ne ha trascorsi parecchi, lancia la proposta di togliere alla televisione di Stato il monopolio del cosiddetto servizio pubb

Scorie - La discesa del debito che (non) verrà

"Il debito deve assolutamente scendere, lo faremo. Punto. Lo faremo aumentando la crescita, con i tassi di interesse più bassi (anche se non a lungo) e poi toccherà alle politiche fiscali recuperare quell'avanzo primario che avevamo in passato e che era il più alto d'Europa. E un po' di inflazione in più ci aiuterà." (P. C. Padoan) Non è la prima volta che il ministro dell'Economia promette che il debito pubblico calerà. Non è neppure la prima volta che (stra)parla di una crescita economica che è sempre lì lì per arrivare, ma ovviamente a partire dai prossimi mesi. E, altrettanto ovviamente, grazie alle riforme del governo. Ho già avuto modo di sostenere in altre occasioni che, dato il livello assoluto e in rapporto al Pil raggiunto dal debito italiano e anche dalla pressione fiscale, pensare di uscirne puntando sulla realizzazione di cospicui avanzi primari è una pia illusione, a maggior ragione considerando che di tagli alla spesa se ne parla solam

Scorie - Lo Stato fuma il denaro degli italiani

"Quando nel 1996 divenni ministro delle Finanze, il ministero era una enorme macchina vetusta, semiparalizzata, incapace di svolgere la propria funzione con un minimo di efficienza. Mi limito ad un esempio: dopo poche settimane dall'insediamento venni informato che alcune manifatture dei Tabacchi (che erano, o dovevano essere, imprese) funzionavano a ritmi ridotti per la mancanza di elettricisti. Chiesi allora perché non si affrettassero ad assumerli, e mi fu risposto che la cosa non era tanto semplice: bisognava infatti indire un pubblico concorso per titoli ed esami, pubblicare il bando sulla gazzetta ufficiale, aspettare la presentazione delle domande, nominare le commissioni di concorso, ecc. Era necessario almeno un anno, e nel frattempo la produzione di sigarette poteva attendere. Queste procedure, tutte coerenti col diritto amministrativo e con l'idea che la PA fosse una unica organizzazione unitaria da gestire con le stesse norme, valevano per l'intero minister

Scorie - Non è il numero il vero problema dei sindacati

"Cgil, Cisl e Uil decidano che cosa fare, ma così come abbiamo ridotto il numero dei politici con il superamento delle province e la riforma costituzionale si può anche immaginare un sindacato unico. È normale che in Italia il numero dei sindacalisti sia il più alto del mondo? È inaccettabile che invece di preoccuparsi di difendere gli interessi dei lavoratori i sindacati giocano a battaglia navale contro le altre sigle. La legge sulla rappresentanza sindacale va fatta. Il sindacato unitario c'è in Germania e funziona." (M. Renzi) Non sono mai stato iscritto a un sindacato e, anzi, spesso mi capita di commentare in senso critico le affermazioni dei sindacalisti. Trovo anche che i sindacati in Italia abbiano fatto e continuino a fare parecchi danni. Tutti i sindacati: sia quelli che rappresentano i lavoratori dipendenti, sia quelli che rappresentano i datori di lavoro. Entrambe le parti sono sostanzialmente contrarie al libero mercato, e questo a un libertario non pu