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Visualizzazione dei post da agosto, 2016

Scorie - La coscienza di Sergio

" Non possiamo demandare al funzionamento dei mercati la creazione di una societ à equa , perch é non hanno coscienza, non hanno morale, non sanno distinguere tra ci ò che è giusto e ci ò che non lo è . L 'efficienza non è e non pu ò essere l'unico elemento che regola la vita. C' è un limite oltre il quale il profitto diventa avidit à e chi opera nel libero mercato ha il dover di fare i conti con la propria coscienza ." (S. Marchionne) Spesso capita di sentire affermazioni, come questa di Sergio Marchionne, in cui i "mercati" sono trattati come entità capaci di pensare e agire autonomamente. Solitamente il passaggio successivo mette in luce presunti difetti del mercato che devono essere corretti. In realtà il mercato non ha un'esistenza propria: esistono coloro che scambiano beni e servizi. Sono le loro azioni a determinare i prezzi che si formano su un mercato, i profitti e le perdite. In un mercato libero, tali azioni danno

Scorie - Per i keynesiani il momento giusto per l'austerità non arriva mai

"Come sottolineava John Maynard Keynes nel 1937: «Il momento giusto per l'austerità nei conti pubblici è quando l'economia è in espansione, non quando è in recessione»." (J-P. Fitoussi, K. Malik) Non si può certo dire che Jean-Paul Fitoussi e Khalid Malik brillino per originalità. Ho tratto queste loro parole, in cui citano il "maestro", da un articolo in cui invitano i governi europei a investire maggiormente su istruzione, stato sociale, miglioramento delle condizioni dei poveri, e chi più ne ha più ne metta. Quando queste cose sono scritte da politici socialisteggianti o da persone che non si occupano più o meno professionalmente di economia non c'è tanto di cui stupirsi: si tratta spesso di individui non abituati a tenere presente che le risorse non sono illimitate, altrimenti la scienza economica non avrebbe neppure ragione di essere. Suppongo che si tratti anche spesso di persone che ritengono la ricchezza una quantità data e che sia suffic

Scorie - Quanta ignoranza sulla Banca d'Italia

"Se la Bundesbank avesse una struttura proprietaria come quella della Banca d'Italia, Deutsche Bank ne sarebbe il primo azionista e sicuramente si opporrebbe all'ipotesi di Coeure. Ma la Banca centrale tedesca è interamente di proprietà della Repubblica Federale Tedesca, che al momento tiene molto alla sopravvivenza dell'euro." (M. Bussi) In un articolo su MF, Marcello Bussi dà conto delle critiche alla politica monetaria della BCE avanzate su Handelsblatt da John Cryan, amministratore delegato di Deutsche Bank. Critiche riguardanti gli impatti deleteri dei tassi negativi sui margini di interessi delle banche, nonché su assicurazioni e fondi pensione, oltre che sui risparmiatori. I quali non sono indotti a spendere di più, bensì a risparmiare maggiormente, dato che le somme accantonate non rendono nulla. Le imprese, dal canto loro, non aumentano gli investimenti per via dell'incertezza generata da una politica monetaria che non fa altro che segnalare c

Scorie - Qualcosa da eccepire c'è

"Ora, dati i rovesci della congiuntura, Renzi e Padoan devono convincere la Commissione che il target del deficit va spostato dall'1,4% al 2,2-2,3%, che si tradurrebbe in un "abbuono" tra gli 8 e i 10 miliardi. Che, aggiunti, ai risparmi attesi dalle operazioni di spending review (se finalmente si metteranno in pratica a partire dal sacrosanto piano per il taglio delle società partecipate degli enti locali) potrebbero mobilitare risorse per altri 6-7 miliardi." (A. Orioli) Il Sole 24Ore, in questo caso tramite Alberto Orioli, sponsorizza da diverso tempo la "flessibilità", pezzo forte della Renzinomics. Nulla di particolarmente innovativo, né in Italia, né altrove: è la vecchia ricetta keynesiana che consiste nel tentare di gonfiare il Pil facendo più deficit; alle conseguenze ci si penserà poi in futuro. Una ricetta che è sempre piaciuta a chi governa, perché aiuta il consenso elettorale. Se il Pil si gonfia ci si intestano i meriti, se non si gon

Scorie - Renzi fa male i conti, purtroppo il conto non lo paga lui

"Se il referendum passa, i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno." (M. Renzi) Nella settimana prima di ferragosto, Renzi ha girato per le feste dell'Unità, promettendo soldi a tutti quanti. Peccato che, nel frattempo, giungessero notizie non certo entusiasmanti in merito alla situazione economica, con il Pil di nuovo fermo e i conti che, inevitabilmente, non tornano. Ciò nonostante, Renzi pare abbia già trovato un modo per spendere gli eventuali risparmi che, a suo dire, deriverebbero dalla riforma costituzionale che verrà sottoposta a referendum in novembre. Ammesso anche che i 500 milioni a cui fa riferimento siano una cifra attendibile, in un Paese in cui lo Stato spende, al netto degli interessi sul debito, oltre il 46% del Pil, i risparmi di spesa dovrebbero essere riduzioni di spesa, non riallocazioni ad altre voci. Capisco che suoni molto

Scorie - Con la lungimiranza M5S le cose potrebbero davvero peggiorare

Quando uno si imbatte nelle dichiarazioni di un esponente del Movimento 5 Stelle su faccende economiche e monetarie si rende conto che, rispetto alla situazione attuale, esistono, per quanto ciò sia deprimente, dei margini di peggioramento. Prendiamo, per esempio, Carlo Sibilia, deputato M5S e membro del cosiddetto direttorio. In merito a debito pubblico e moneta, ecco il suo punto di vista (che suppongo sia condiviso dai suoi colleghi): " L'Italia è strozzata da un debito pubblico a quota 2.200 miliardi. Non possiamo accettare che continui ad aumentare all'infinito perché lo dobbiamo a un gruppo di banche private che possono acquistare titoli di Stato ". Il debito pubblico, in realtà, non è dovuto solo a "un gruppo di banche private" (e porrei l'attenzione sull'aggettivo "private", perché pare essere il vero problema, secondo M5S), bensì anche a una moltitudine di risparmiatori, direttamente o attraverso fondi di investimento, fond

Scorie - Bisticciano su un inesistente calo delle tasse

" Il tema del fisco è molto serio e non si pu ò affrontare con le caricature come in queste ore fa purtroppo il segretario del Pd nei confronti della sua minoranza interna. Meglio essere chiari. Per me se togli la tassa sulla prima casa anche ad un miliardario, come purtroppo abbiamo fatto, commetti un errore grave. Una scelta inutile perch é non produce sviluppo ed iniqua perch é finisce col dare di pi ù a chi gi à ha di pi ù . La stessa politica dei bonus non mi pare abbia prodotto grandissimi risultati. Pi ù in generale ridurre le tasse ha un moltiplicatore di crescita 0,8 fare investimenti 2,5/3. " (R. Speranza) Negli ormai quotidiani bisticci tra Renzi e la minoranza del PD è entrato il tema delle tasse. Il presidente del Consiglio, indossando i panni del segretario del PD, ha cercato di ridicolizzare i suoi avversari interni sostenendo che sono contrari alla riduzione delle tasse. Per inciso, Renzi non ha ridotto le tasse né in valore assoluto,

Scorie - Elusione, evasione e (il)legittimità della tassazione

"Chi spaccia sistemi di elusione fiscale priva il Paese di introiti fiscali vitali e questo Governo intende punirli. La maggioranza di questi sistemi non funziona e chi li usa finisce in tribunale e deve pagare le tasse arretrate e affrontare altri costi. Queste nuove dure sanzioni faranno in modo che i facilitatori ci penseranno due volte e quindi il numero di questi sistemi in circolazione si ridurrà." (J. Ellison) Questo ha dichiarato Jane Ellison, sottosegretario alle Finanze del Tesoro nel nuovo governo inglese, annunciando la proposta al Parlamento di introdurre sanzioni per i consulenti che facilitino l'elusione fiscale. Si tratta della conferma che, salvo sempre più rare eccezioni, tutto il mondo è paese in materia fiscale. Queste parole avrebbe potuto pronunciarle un sottosegretario italiano e nessuno avrebbe avuto di che stupirsi. Non riesco a concludere, tuttavia, che mal comune sia mezzo gaudio. Può essere vero, come sostiene ad esempio Charls

Scorie - Lo smemorato di Rignano

"L'ultima volta che una tassa è stata alzata in Italia è stata l'IVA nell'ottobre 2013 da un governo precedente. Adesso la musica è cambiata e contemporaneamente abbiamo battuto tutti i record di incassi dalla lotta contro l'evasione (quasi 15 miliardi nel 2015)." (M. Renzi) Quando il presidente del Consiglio parla di tasse, difficilmente va d'accordo con la realtà. Nel caso specifico, sostiene di non aver aumentato nessuna tassa. Delle due l'una: o ha una pessima memoria, oppure mente sapendo di mentire. Non so cosa sarebbe peggio. Nel primo caso, sarebbe preoccupante, dato che ha solo 41 anni e che governa da due anni e mezzo, non da vent'anni. Nel secondo caso, sarebbe preoccupante, dato che va riempiendosi la bocca un giorno sì e l'altro pure della sua presunta "credibilità". In entrambi i casi, per me è molto fastidioso. Potrebbero sfuggirmene altre, ma certamente Renzi ha aumentato la tassazion

Scorie - Evitiamo lo Stato investitore paziente (con i soldi altrui)

Nei giorni scorsi mi è capitato di leggere su Repubblica un articolo di Mariana Mazzucato nel quale l'autrice, come è suo solito, esalta le qualità dello Stato imprenditore. Mazzucato sostiene da anni che le innovazioni sono per lo più attribuibili a un iniziale investimento pubblico, perché nelle fasi iniziali nessun privato vorrebbe rischiare di perdere soldi. Lo Stato, al contrario, è un investitore "paziente". Nulla di nuovo, è il mantra che questa signora va ripetendo da anni, con una visione talmente ottimistica dello Stato imprenditore da essere abbastanza inadatta a rappresentare la realtà. Fatto sta che il giorno seguente Franco Debenedetti ha scritto una lettera al giornale, replicando a Mazzucato ed evidenziando le degenerazioni dello Stato imprenditore.   Controreplica il giorno successivo, con passaggi di questo tenore: " Cominciamo dalla frase finale del pezzo di Debenedetti: la Cassa Depositi e Prestiti esiste perché i governanti vogliono u