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Visualizzazione dei post da luglio, 2020

Scorie - Quale iper-liberismo?

Come è noto da mesi, l'Argentina è alle prese con l'ennesima ristrutturazione del proprio debito pubblico, essendo sostanzialmente in default per la nona volta nella sua storia finanziaria. La trattativa vede da una parte il governo peronista e dall'altra tre principali gruppi di creditori, per lo più investitori istituzionali. Per ora la distanza tra le parti ha un valore attuale di circa 3 punti percentuali. Nel tener informati i lettori del Sole 24 Ore, Roberto Da Rin scrive, tra le altre cose: " La trattativa finanziaria in corso si svolge in un contesto economico gravemente recessivo: negli ultimi due anni il Pil argentino è crollato. Nel 2019 ha fatto registrare un -2,2% e nel 2018 un -2,5%. La pandemia del Covid-19 ha aggiunto un pesante fardello di incertezza per gli investitori. Le stime del Fondo monetario internazionale prevedono che quest'anno l'economia argentina si contrarrà del 9,9 per cento. L'inflazione al 50% annuo è l'altro tallone d&

Il Paese soffre (e continuerà a soffrire)

In Italia chi chiede di essere votato lo fa promettendo aumenti di spesa o tagli di tasse rivolti a determinati gruppi di interesse. La divergenza di opinioni riguarda, quindi, chi rendere consumatore di tasse, dato che tutti quanti sono, quanto meno implicitamente, sostenitori dell'idea che fare deficit sia la (sola) via allo sviluppo economico. L'unica differenza, forse, è che quando all'opposizione c'è la sinistra, chiede aumenti di tasse ai ricchi (identificati poi con chi ricco veramente non è, per avere più base imponibile), mentre quando c'è la destra a essere richiesti sono tagli di spese fiscali, che poi portano aumenti di tasse per chi beneficiava dei bonus incriminati. In tempi di Covid-19 non c'è più neppure un timido tentativo di indicare una riduzione di spesa, che peraltro dovrebbe essere realmente tale e non un aumento di tasse sotto altro nome. Lo si può desumere dalla lettera pubblicata sul Sole 24 Ore di Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Gio

Scorie - Formaggi politically correct

Non ho mai sopportato le persone politically correct, perché sempre liberticide e spesso anche ipocrite. Quindi mi risulta particolarmente indigesta l'ultima ondata che sta raggiungendo vette inviolate di ridicolo, anche se mi rendo conto che servirebbe un gesto eroico, da parte di un'azienda, per opporsi alle stupide pretese di organizzazioni che vedono razzismo ovunque. Da ultimo, la multinazionale canadese Saputo (i cui proprietari sono di chiare origini italiane; Joey Saputo è anche proprietario della squadra di calcio del Bologna) ha deciso di cambiare il nome a un formaggio australiano assecondando le proteste che da anni porta avanti un imprenditore aborigeno, secondo il quale il nome del prodotto sarebbe razzista. Il formaggio australiano incriminato si chiama(va) Coon, che pare sia un termine dispregiativo per fare riferimento agli aborigeni. Ma non c'era nessun riferimento agli aborigeni, dato che il nome del prodotto derivava dal fondatore della ditta che lo prod

Scorie - Si legge come FAQ

Nel cosiddetto decreto Rilancio, il governo ha introdotto detrazioni al 110% per determinate spese che apportino miglioramenti alla classe energetica di un immobile. Come sempre in questi casi, quando il provvedimento è entrato in vigore (1° luglio) mancavano i sempre numerosi provvedimenti attuativi, su tutti quelli dell'Agenzia delle Entrate, che in materia fiscale è il legislatore di fatto, dato che riempie le scatole vuote che escono dal Consiglio dei ministri. Tra l'altro, non possono mancare questioni definitorie, come riportato in un articolo del Sole 24 Ore del lunedì, nel quale mi è capitato di leggere: " Che cosa si intende, però, per impianto di riscaldamento? Secondo l'Enea bisogna rifarsi alla definizione di cui al punto l-tricies del comma 1 dell'articolo 2 del Dlgs 192/2005 (Faq Ecobonus 9.D). In base a questa norma, l'impianto termico è un impianto tecnologico destinato ai servizi di climatizzazione invernale o estiva degli ambienti, con o senza

Scorie - I principi contano

Sono da tempo convinto che uno dei punti di debolezza insiti in molti tentativi di difesa del libero mercato consista nel fare appello esclusivamente ad argomentazioni sull'inefficienza dell'intervento dello Stato, soprattutto con riferimento all'Italia. Non che non si tratti di argomenti condivisibili, né che si possa contestarne l'autoevidenza. Tuttavia, credo che avesse (anche in questo) ragione Murray Rothbard quando sosteneva che la difesa del libero mercato non possa essere efficace se non basata su principi etici. In questo Rothbard era critico perfino di Ludwig von Mises. Ecco trovo sostanzialmente fallimentari, quando mi imbatto in una critica dell'intervento statale in cui si premette di non essere contrari "in linea di principio". Perché delle due l'una: o si fa quella premessa perché si teme di esprimere un punto di vista non politicamente corretto, cosa che può anche avere spiacevoli ripercussioni personali soprattutto se si ricoprono dete

Scorie - Altri soldi dei pagatori di tasse, tra mistery shopping e banca del sud

Carla Ruocco, presidente della Commissione d'inchiesta bicamerale sulle banche, ha rilasciato un'intervista al Sole 24 Ore dalla quale emergono alcune proposte, come consentire agli arbitri bancari e finanziari di fare "mistery shopping", oltre a indagare sui derivati stipulati da Stato ed enti locali.  In quest'ultimo caso, l'approccio tipico è quello di ritenere sinonimo di fregatura qualsiasi cash flow negativo o mark to market negativo. Il ché non può certo essere escluso a priori, ma è un dato di fatto che un derivato di copertura genera cash flow negativi e ha mark to market negativi qualora la variabile sottostante il derivato generi un beneficio sulla posta oggetto di copertura. Nel caso di una copertura perfetta, ai cash flow negativi sul derivato corrispondono flussi positivi sulla posta coperta. Lo stesso dicasi per le variazioni di valore di mercato. Ciò detto, credo che i pagatori di tasse dovrebbero iniziare a preoccuparsi leggendo questi proposi

Scorie - Recovery three cards

Il giorno dopo l'accordo sul Recovery Fund, Giuseppe Conte è stato acclamato a sud della Alpi come di solito accade quando la nazionale di calcio vince un mondiale. Ovviamente i partiti di maggioranza, M5S in testa, sono i più contenti.  Nel pacchetto finale all'Italia spetterebbero 38 miliardi di prestiti in più rispetto alla versione proposta inizialmente dalla Commissione europea, una cifra (non) curiosamente simile alla linea di credito pandemica del Mes tanto osteggiata da una parte della maggioranza. A me pare abbastanza evidente che questo sia stato richiesto da Conte per evitare ulteriori beghe sul Mes, dando poi a intendere al popolo bovino che questi prestiti sono molto meglio. E infatti ecco Fabio Massimo Castaldo, punta di diamante al Parlamento europeo del M5S, dichiarare entusiasticamente: " Quello sul Mes è un dibattito per noi superato, ancor più alla luce di questo risultato. Non serve, no npuò esser utilizzato a vantaggio di imprese e famiglie e ha condiz

Scorie - Libbberali statalisti

Come è noto, nel mondo della sinistra italiana non c'è mai pace. Una delle questioni sempreverdi è la presunta svolta neoliberista di una parte della sinistra, che avrebbe preso forma negli anni Novanta, con le privatizzazioni. Le quali, a mio parere, furono fatte non tanto per una conversione al mercato, bensì per evitare il default ed entrare nell'eurozona. Se non ci fossero stati problemi di conti pubblici, dubito che le partecipazioni statali sarebbero state ridotte. L'orientamento neostatalista accentuatosi in questi ultimi mesi in cui, in nome del contrasto al Covid-19 e grazie alla momentanea non applicazione del Patto di Stabilità, si pensa di avere mano libera per ogni forma di intervento in deficit, ha quindi galvanizzato una parte della sinistra. Resta il fatto che il governo sta utilizzando metodi non proprio market friendly nel rapportarsi a soggetti privati, come nel caso di Autostrade, in cui ha usato metodi che da più parti sono stati definiti venezuelani. Q

Scorie - Nelle aggregazioni i vantaggi non sono per tutti

Esiste nel mondo accademico una corrente di pensiero (credo maggioritaria), che ritiene da anni indispensabile un maggiore consolidamento nel settore bancario. Alle voci dei professori potrei aggiungere quella dei consulenti, i quali, però, quando sentono l'odore delle commissioni legate alle operazioni straordinarie come l'm&a sono come gli squali quando vedono il sangue: li guida l'istinto, e non è detto che sia un bene per tutti. Pendiamo dunque un articolo sul Corriere della Sera di Stefano Caselli, pro rettore della Bocconi nonché professore di Economia degli intermediari finanziari, che dando i suoi due cents a favore dell'offerta pubblica di scambio (con aggiunta di cash) di Banca Intesa Sanpaolo su UBI, ricorda i generali motivi che richiederebbero un maggiore consolidamento. " Se la sfida per le banche italiane è stata quella della capitalizzazione, oggi occorre chiedersi come possano dare un supporto decisivo all'economia reale. Purtroppo il siste

Scorie - Il (non) pianificatore

Intervistato dal Corriere della Sera, a una domanda relativa all'uso del goden power nonché alle modalità di intervento su Aspi, Alitalia ed ex Ilva, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha risposto: " Noi abbiamo le nostre ragioni specifiche e per i casi che citate ce ne sono diverse, tutte molto buone, per giustificare un'attenzione particolare da parte del governo. Ma non stiamo diventando un'economia pianificata, tutt'altro, rimaniamo uno dei Paesi più aperti agli investimenti esteri e sono numerosi i gruppi multinazionali che hanno partecipazioni di controllo in società italiane, stabilimenti e impianti, che producono utili e lavoro. Siamo un'economia di mercato, che tutela e incoraggia l'iniziativa imprenditoriale ed è ricca di opportunità di investimento. E avere una strategia industriale e una visione europea sono fattori di incoraggiamento, non di freno ." Se l'Italia non sta diventando un'economia pianificata, probabilmen

Scorie - Cronaca di un flop annunciato

Tra i provvedimenti assunto dal Governo per far fronte alle conseguenze del Covid-19, ve ne erano un paio rivolti alle amministrazioni locali. Uno riguardava la possibilità di rinegoziare i mutui con Cassa Depositi e Prestiti; l'altro consentiva di ottenere dalla stessa CDP delle anticipazioni di liquidità per saldare i debiti nei confronti dei fornitori, che continuano a essere pagati in media ben oltre i 30/60 giorni previsti dalle norme in vigore ormai dai tempi del governo Monti. Mentre il primo provvedimento ha riscosso notevole successo tra le amministrazioni locali, il secondo è stato un autentico flop. Invece di arrivare a saldare 12 miliardi di arretrati, ossia i due terzi dei 18 miliardi di stock, le anticipazioni richieste hanno totalizzato poco più di un miliardo. Viceversa, circa 3.100 enti hanno rinegoziato 80.000 mutui per un totale di circa 20 miliardi. I motivi delle diverse fortune dei due provvedimenti non sono difficili da intuire. Nel primo caso, le amministraz

Scorie - Segni inequivocabili di scorie indigerite di vecchie ideologie

Non è un mistero che, soprattutto durante l'ultimo decennio, banche e altri intermediari siano stati obbligati a fornire al fisco una quantità crescente di dati relativi ai rapporti dei loro clienti. Dapprima dati anagrafici e saldi, poi anche la movimentazione. Il tutto ha alimentato un database che consente al fisco, almeno in linea teorica, di essere una sorta di Grande Fratello orwelliano. Gli entusiasti della lotta all'evasione fiscale spesso sottovalutano la potenziale portata del fenomeno. Affidandosi in modo abbastanza ovino al motto "male non fare, paura non avere", non si rendono probabilmente conto del fatto che qualora lo Stato avesse ogni informazione su persone e imprese, il diritto di proprietà diventerebbe inevitabilmente il complemento a uno di quanto lo Stato stesso decidesse di pretendere per sé. Non è un mistero neppure che tra i principali fautori di questo disegno fiscale orwelliano vi sia l'ex ministro Vincenzo Visco, il quale non si è limit

Scorie - Su quali gambe?

Nel (consueto) aggiornamento sullo stato dell'arte della vicenda Alitalia, Gianni Dragoni riporta ai lettori del Sole 24 Ore le ultime prodezze dei governanti. In trasferta a Lisbona, per esempio, Giuseppe Conte ha affermato che lavoreranno con gli advisor a " un piano industriale che metta la nuova compagnia nelle condizioni di camminare con le proprie gambe", perché il suo "non vuole essere il governo che interverrà per finanziare nuovamente la compagnia ". Come se i 3 miliardi (per la ricapitalizzazione) e 350 milioni (per l'amministrazione straordinaria) che stanno per aggiungersi agli oltre 10 miliardi già spesi nel corso degli anni fossero briciole. Non oso immaginare se non dovesse essere pensata per stare sulle proprie gambe… Tanto i partiti, quanto i sindacati, sono entusiasti della nazionalizzazione imminente: i primi, per (continuare a) spartirsi poltrone, i secondi per (continuare a) mantenere a carico dei pagatori di tasse migliaia di dipendenti

Scorie - I virtuosi dell'ambientalismo con i soldi degli altri

Da amante della auto classiche, non sono mai stato ammaliato dalla retorica che circonda i veicoli a batterie, nonostante siano da qualche anno un must del politically correct di stampo sinistrorso. Anzi, a maggior ragione per questo. Ovviamente i gusti sono individuali, per cui ognuno è libero di preferire le auto elettriche. In un contesto di libero mercato, il successo di un prodotto è determinato unicamente dalle preferenze rivelate dei consumatori dello stesso. Il problema sorge quando interviene lo Stato, che pretende di incentivare certi comportamenti e di disincentivarne altri. Nel caso dell'auto elettrica, ciò si concretizza, da anni, in sussidi a favore tanto di chi produce, quanto di chi acquista vetture elettriche, che restano comunque accessibili per lo più a chi non ne ha realmente bisogno per lunghi e quotidiani spostamenti. Una utilitaria con motore a combustione interna può essere acquistata, nuova, per circa 10mila euro. Per comprare un modello simile a batterie s

Scorie - La creatrice

Non dubito che dover gestire a livello accentrato una situazione come quella emergenziale dovuta alla diffusione del Covid-19 sia difficile. D'altra parte il mio punto di vista (ahimè minoritario) è quello di chi ritiene destinata a essere fallimentare ogni forma di gestione centralizzata, a maggior ragione se posta in essere mediante mezzi politici, essendo convinto che nessun individuo o ristretto gruppo di individui, per quanto "esperto", possa avere tutte le informazioni e le conoscenze diffuse presso milioni di persone. Il tutto già in situazioni non emergenziali. Credo, pertanto, che chi esercita poteri ministeriali, soprattutto quando il suo operato è già poco brillante in tempi ordinari, dovrebbe per lo meno evitare di rendersi insopportabilmente ridicolo. E' il caso, tra gli altri, della ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, che probabilmente ritiene che avere conseguito due lauree e aver vinto un concorso per fare la preside la renda una sorta di deu

Scorie - Risparmiateci l'ennesima struttura che dirige (male) le danze

Paolo Gualtieri, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari all'Università Cattolica di Milano, fornisce in un articolo sul Sole 24 Ore i suoi suggerimenti per far ripartire la crescita economica italiana.  Il succo della proposta è contenuto in questo passaggio verso la fine dell'articolo: " Per essere concreti è, a mio parere, necessario creare ex novo un'istituzione, un ministero ad hoc o un dipartimento del ministero dello Sviluppo economico, che abbia come unico obiettivo un programma straordinario di incentivazione degli investimenti privati finalizzati alla crescita dell'economia e dell'occupazione. La focalizzazione dovrebbe permettere di attribuire a questa istituzione ampi poteri sia di proposta normativa sia di interlocuzione con le Autorità europee e di coordinamento dell'azione complessiva per realizzare lo specifico mandato ." In sostanza, una nuova struttura ministeriale da aggiungere alla pletora di quelle già esiste

Scorie - Arrivano i POLA

Se dovesse capitarvi di imbattervi nell'acronimo "POLA", sappiate che si tratta del "Piano per l'organizzazione del lavoro agile" che le pubbliche amministrazioni dovranno redigere entro il 31 dicembre di ogni anno, ovviamente dopo aver sentito i sindacati (ossia sotto dettatura da parte degli stessi). I POLA dovranno conciliare il lavoro agile con " le esigenze dei cittadini e delle imprese connesse al graduale riavvio delle attività produttive e commerciali ". Esigenze che già prima non erano proprio soddisfatte in modo impeccabile, a onor del vero. Va anche detto che diversi osservatori e conoscitori della pubblica amministrazione, tra gli altri Sabino Cassese e Pietro Ichino, persone  non tacciabili di essere libertari ferocemente antistatalisti, ritengono che l'home working (che non corrisponde proprio allo smart working, ma è quello che hanno fatto in molti durante e dopo il lockdown) sia stato (e continui a essere) per molti dipendenti p

Scorie - Quel maledetto treno per Bruxelles

In Italia l'atteggiamento verso l'unione europea è per lo più di due tipi: appoggio pressoché acritico, con piccole sfumature in merito alle richieste di maggiore "solidarietà" da parte dei Paesi con i conti pubblici meno scassati; oppure avversione totale, spesso mischiando la critica alla mania di legiferare in modo invasivo su tanti microaspetti della vita quotidiana a quella sulla rinuncia alla sovranità monetaria che vedrebbe nell'uso della monetizzazione la via alla soluzione (temo venezuelana) dei problemi italici. Sergio Fabbrini, editorialista domenicale del Sole 24 Ore, è certamente un europeista e in sostanza solo di quello scrive ogni domenica. Da ultimo, Fabbrini ha scritto, tra le altre cose: " Con le decisioni che sono in discussione in questi giorni nel Consiglio europeo, Bruxelles non dovrà più limitarsi a controllare le politiche di bilancio nazionali, ma potrà condizionarle attraverso una sua autonoma politica di bilancio. "Next Genera

Scorie - Il garante della concorrenza, purché non sia fiscale

L'audizione in commissione Politiche europee della Camera svolta dal presidente dell'Antitrust, Roberto Rustichelli, è stata l'ennesima occasione per lanciare la sua crociata contro il " dumping interno all'Unione europea ". Secondo Rustichelli i Paesi europei che presentano, soprattutto alle imprese, un conto fiscale più leggero della media fanno concorrenza sleale, causandone le difficoltà, a Paesi come l'Italia.  " Paesi come l'Irlanda, l'Olanda e il Lussemburgo sono veri e propri paradisi fiscali nell'area euro, che attuano pratiche fiscali aggressive che danneggiano le economie degli altri Stati membri ."  E via con i numeri: " A causa della concorrenza fiscale sleale a livello europeo, il fisco italiano perde la possibilità di tassare oltre 23 miliardi di dollari di profitti: 11 miliardi di profitti vengono spostati in Lussemburgo, oltre 6 miliardi in Irlanda, 3,5 miliardi in Olanda e oltre 2 miliardi in Belgio. Ciò comport

Scorie - E' andata come era preventivabile

Oltre ad apprendere che il "preventivatore" pubblico per Rc auto previsto da un decreto del 2012 stia per arrivare in questi giorni (non bisogna mai avere fretta, in questi casi) e, con ogni probabilità, sarà meno funzionale dei diversi comparatori già presenti sul mercato da anni, leggendo il Sole 24 Ore del Lunedì si ha conferma di quello che era il prevedibile (o preventivabile, per restare in tema) risultato dell'estensione a motorini e moto della polizza famiglia, voluta fortemente dal M5S per rendere, se possibile, ancora peggiori le cose dopo lo sciagurato intervento che fece Bersani da ministro dell'Industria. Il concetto di rischio familiare è chiaramente qualcosa di alieno al mondo assicurativo, quanto meno oggetto dell'assicurazione devono essere i danni causati dall'attività di singoli individui, per cui era (ed è) evidente che il pasto gratis di qualcuno sarebbe stato pagato da altri. Nello specifico, era abbastanza prevedibile che i premi per ass

Scorie - Sognare un ventennio prendendo a pugni la realtà

Intervistato da La Stampa, Luigi Di Maio ha fornito alcune risposte che fanno a pugni con la realtà. Per esempio, in merito ai problemi della sanità, ha affermato: " Gli strumenti europei sono essenziali, ma lo sono anche i tempi. Se ho bisogno oggi di un aiuto e me lo dai fra un anno non serve. Il sistema sanitario va sostenuto adesso e andava sostenuto anche prima. Negli anni dell'austerity chi chiedeva tagli alla sanità era la Ue. Sbagliò, bisogna dirlo ." A onor del vero, i tagli alla sanità sono state riduzioni degli aumenti di spesa tendenziali, più che vere e proprie riduzioni in valore assoluto. Per di più, per quanto si possa criticare l'Unione europea e la sua struttura sovietica, essa non ha mai chiesto che i conti fossero sistemati facendo questo o quel taglio. Semplicemente ha chiesto che fossero rispettate regole sottoscritte dai governi italiani pro tempore in carica. Ma Di Maio, in questo ponendosi in totale sintonia con la sua collega "tecnica&qu

Scorie - Prima o poi era inevitabile

Il 28 giugno Chesapeake Energy, società leader nell'estrazione di shale oil e gas, ha portato i libri in tribunale, aprendo una procedura secondo il Chapter 11 della legge fallimentare statunitense. Con una capitalizzazione di borsa scesa a 116 milioni di dollari, Chesapeake ha debiti per 9.6 miliardi. Si tratta di un caso da manuale dell'effetto della distorsione dei tassi di interesse da parte della politica monetaria. La compressione artificiale degli stessi genera una compressione altrettanto artificiale dei premi per il rischio di credito, incentivando il ricorso a dosi massicce di debito che, finché i relativi costi restano eccezionalmente bassi, rendono apparentemente sostenibile (quando non proprio profittevole) anche un investimento che avrebbe un valore attuale netto negativo in assenza di tutte quelle distorsioni. Al tempo stesso, si creano rialzi sui prezzi delle attività reali, come il petrolio. In condizioni come queste, la solvibilità di un'azienda è, in sost