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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

Scorie - Con questa gente mi tocca pure difendere un keynesiano

Riferendosi al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, in questi giorni di nuovo sotto tiro da parte dei pentastellati per avere assunto una linea pro TAV, il sottosegretario Stefano Buffagni ha affermato: " Il ragionamento che faccio è un altro: ciascuno di noi deve fare il suo lavoro. Se sei andato a prendere un impegno all'1,6 senza averlo concordato con i tuoi numeri uno, con quelli che avevano i voti, hai generato un danno successivo ." Qui siamo allo stravolgimento totale di come andarono le cose. Con uno spread impennatosi durante la gestazione del "contratto per il governo del cambiamento", tra ipotesi di emissioni di mini BOT e cancellazione di 250 miliardi di debito pubblico in pancia alla Banca d'Italia, Tria fu nominato ministro dell'Economia a seguito del sostanziale rifiuto da parte del presidente della Repubblica di mettere su quella poltrona Paolo "Piano B" Savona. Il governo precedente, come consuetudine dei govern

Scorie - Il rischio di credito non è un complotto contro l'Italia

Non essendo riuscito a raggiungere la poltrona di presidente della Consob, suppongo che continueremo a leggere i suoi articoli pubblicati sul Sole 24Ore alla domenica. Mi riferisco a Marcello Minenna, antiteutonico in servizio permanente e altrettanto in modo permanente fautore di forme più o meno finanziariamente sofisticate di porre parzialmente a carico di altri i debiti della Repubblica italiana (molti sono a mio parere null'altro che versioni finanziarie del gioco delle tre carte). Minenna sostiene che, entrando nell'area dell'euro, i Paesi periferici abbiano subito una rivalutazione del cambio effettivo, mentre per la Germania è avvenuto il contrario. Il che è vero, ma è altrettanto vero che nessuno aveva la pistola puntata alla tempia per aderire all'unione monetaria. Il problema è che agli italiani della moneta unica è stata presentata da chi governava solo la faccia della medaglia contenente i vantaggi. La faccia contenente i sacrifici necessari per g

Scorie - Alitalia: errori passati e futuri

Rispondendo a interrogazioni alla Camera sulle vicende di Alitalia, il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha cercato (maldestramente) di contenere l'esuberanza verbale dei due vice presidenti del Consiglio. Mentre recentemente Luigi Di Maio ha ipotizzato una presenza di soggetti pubblici nel capitale di Alitalia anche superiore al 50% (il fatto è che nessun soggetto privato pare voglia entrare, complessivamente, con oltre il 30-40%) e Matteo Salvini ha messo su il disco (rotto) sulla necessità di avere una compagnia di bandiera per far si che " chi vuole arrivare in Italia ci arrivi, perché il turismo è il nostro petrolio ", Tria ha affermato: " Non c'è in campo il tema di una ri-nazionalizzazione di Alitalia, la soluzione non può che essere di mercato, trainata da soggetti di rilievo. Il negoziato con Delta e easyJet fa intravedere la possibilità di una nuova compagine azionaria. Ove si concluda positivamente e produca un piano industriale robusto, compa

Scorie - La facilitazione non è mai grande abbastanza

Quando c'è vento di rallentamento dell'economia, i keynesiani si ringalluzziscono e riempiono le pagine dei giornali (in Italia mai restii nel concedere loro spazio) per esortare i governi a seguire la ricetta del maestro. Qualcuno potrebbe peraltro osservare che lo fanno anche quando le cosse vanno meno male, e avrebbe ragione. Direi che nei momenti di rallentamento o recessione tendono semplicemente ad alzare il volume. Piergiorgio Gawronsky, per esempio, trova spazio sul Sole 24Ore per indicare in quella giapponese la via da seguire. " A proposito di "un'Europa migliore", forse è utile riflettere sul grafico di un Paese lontano, che nel 2013 era in stallo, come l'Italia, ma poi decise di adottare con decisione un vasto spettro di politiche keynesiane. Lo ha potuto fare grazie alla sua sovranità monetaria. Il governo di quel Paese fin dall'inizio ha preso di mira la variabile giusta: le aspettative sull'andamento della domanda aggregata. Nonosta

Scorie - Il moltiplicatore inceppato di quota 100

Nei mesi scorsi gli esponenti del governo, a cominciare da Matteo Salvini, andavano sostenendo che quota 100 avrebbe generato assunzioni pari anche a due giovani per ogni neo pensionato. Secondo me era e continua a essere lecito dubitarne, soprattutto nel settore privato. Adesso Salvini si rallegra di questi numeri: " Mi interessa che quota 100 e il reddito di cittadinanza lo promuovano gli italiani, quello che pensano a Bruxelles mi interessa molto poco. Stamattina ho visitato una fabbrica che grazie a quota 100 manda in pensione 150 lavoratori e assume 100 giovani, invito Juncker a visitare com'è l'Italia davvero ." Se l'aritmetica non è un'opinione, ciò vuol dire che in quell'azienda saranno assunti due giovani ogni tre pensionati. Non è la stessa cosa di due giovani ogni neo pensionato e credo che non ci sia di che essere ottimisti e soddisfatti. In primo luogo, perché significa che quell'azienda ridurrà il personale; in secondo luogo, perché per p

Scorie - Ridurre le tasse in deficit sarebbe un fuoco di paglia

In un lungo articolo pubblicato sul Sole 24Ore, Matteo Renzi propone, tra le altre cose, che sia concessa più flessibilità (ossia la possibilità di fare maggiore deficit) ai Paesi che riducono le tasse. Ecco un estratto del Renzi pensiero: " Noi abbiamo combattuto e vinto la battaglia sulla flessibilità, ma non è sufficiente: come garantirne ulteriori forme a quei Paesi europei che vogliono stimolare la crescita anche ricorrendo a manovre in (limitato) deficit? Le regole europee richiedono su questo punto un aggiornamento almeno nella loro interpretazione. Sarebbe assurdo lasciare questo tema, da sempre nostro, nelle mani dei sovranisti. Quando noi chiedevamo di superare il Fiscal compact, loro chiedevano di abbandonare l'euro; adesso che stanno ripiegando sulle nostre posizioni, non possiamo permettere che siano loro a guidare una battaglia giusta e sacrosanta: più crescita, meno austerity. Io penso che l'unico compromesso possibile tra rigoristi e sostenitori della cresc