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Visualizzazione dei post da 2019

Scorie - Pare che l'Italia cresca meno per colpa della concorrenza fiscale sleale

Da quando è stato nominato, un anno fa, alla guida dell'Autorità garante della Concorrenza e del mercato, il mantra di Roberto Rustichelli pare essere la lotta alle imprese, soprattutto nel settore della tecnologia, che non pagano abbastanza tasse in Italia e ai Paesi che, a suo dire, fanno concorrenza fiscale sleale. " L'utilizzo della leva fiscale per fare concorrenza sleale agli altri Paesi produce una distorsione estremamente grave, che mina l'idea stessa di un'Europa solidaristica ", secondo Rustichelli. Che si riferisce per lo più a Irlanda, Lussemburgo e Olanda, aggiungendo: " Simili politiche incidono sulle possibilità di crescita dei Paesi. Basti ricordare che negli ultimi cinque anni il prodotto interno lordo italiano è cresciuto solo del 5%, mentre il Pil dell'Irlanda del 65%, del Lussemburgo del 16% e dell'Olanda del 12%. L'Europa deve ritrovare un autentico spirito di solidarietà, anche attraverso politiche di sostegno a

Scorie - Ossimoriche canalizzazioni

Come è noto, uno dei cavalli di battaglia del M5S è la Banca di investimento del Sud, che adesso vorrebbero realizzare nell'ambito del salvataggio della Banca Popolare di Bari. Un modo per rendere certamente costosa (per i pagatori di tasse) la faccenda, oltre a non avere alcun senso, dato che una banca di investimento (o di sviluppo, che non è la stessa cosa ma sembra esserlo per i proponenti) è ben diversa da una banca commerciale, peraltro malmessa. In un articolo pubblicato sul sole 24 Ore, Paolo Gualtieri si occupa della faccenda. Scrive Gualtieri: " Bisogna tornare a occuparsi, nell'anno 2020, della questione meridionale, facendo tesoro dell'esperienza storica ma con un approccio nuovo, adatto al mutato contesto, altrimenti sono possibili fratture sociali e politiche ancor più profonde e violente di quelle alle quali assistiamo. " Quindi, che fare? " L'idea all'origine dell'ipotesi di creazione di una Banca di investimento del Sud

Scorie - Il ministro dell'Economia (cinese)

La categoria degli statalisti, che in Italia non ha mai sofferto di cali demografici, chiude il 2019 più in forma che mai. Non passa giorno che qualcuno non invochi qualcosa di simile all'Iri o non dichiari che l'intervento dello Stato si rende non solo necessario, ma perfino auspicabile per far fronte a fallimenti del mercato e fare dell'Italia un paradiso di innovazione e produttività. Da ultimo il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, in una lunga intervista a Repubblica, ribadisce il concetto: " La logica di mercato e l'intervento dello Stato possono coesistere perfettamente, proprio perché esistono i fallimenti di mercato nei quali lo Stato non solo può, ma deve intervenire ." Ovviamente basta definire "fallimento di mercato" qualsiasi esito sgradito al governante di turno, che dall'intervento, sempre "per il bene del Paese", punta a ottenere consenso elettorale a spese dei pagatori di tasse. Ecco, quindi, che lo

Scorie - Un (niente affatto) miracoloso calcio al barattolo

L'approvazione definitiva della legge di bilancio per il 2020 ha portato con sé la certezza di quanto era già intuibile da mesi: ancora una volta non ci sarà nessun reale calo delle tasse, mentre si rimanda al futuro la sistemazione (almeno un suo inizio) dello scassato bilancio dello Stato. Nonostante il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri vada ripetendo come un disco rotto che sia stato fatto " un miracolo ", i numeri parrebbero segnalare nulla di miracoloso. Le clausole di salvaguardia sono state ridotte per lo più in deficit, al tempo stesso ipotecando il biennio 2021-2022 con altri 47,1 miliardi, di cui 44,2 di Iva e 2,9 di accise sui carburanti. Gualtieri, a fronte di questi numeri, ha affermato: " Abbiamo ridotto le clausole di salvaguardia e con la prossima manovra le elimineremo del tutto ." In realtà è stato calciato avanti il barattolo per l'ennesima volta, e Gualtieri molto probabilmente pensa in cuor suo che la prossima legge

Scorie - Tutti pazzi per l'Iri

Tra i favorevoli alla ricostituzione di qualcosa di simile all'Iri vi è anche Pellegrino Capaldo. Il quale, in un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, si chiede: "l 'Italia può affidare la sua economia, il suo sviluppo, la sua crescita anche civile, il suo sistema infrastrutturale unicamente alle forze di mercato, ovvero ai privati, oppure è necessario qualcosa che disciplini e soprattutto che integri queste forze? " La domanda pare essere riferita a un sistema in cui lo Stato non interviene quasi per nulla. Qualcosa di abbastanza distante dalla realtà. Capaldo è ovviamente dell'idea che l'intervento dello Stato serva, con le solite precisazioni. " Secondo me di un qualcosa che assomigli all'Iri abbiamo bisogno, evitando, naturalmente, alcuni errori commessi in passato ." Come no: abbiamo imparato la lezione. Per Capaldo il capitalismo italiano non va bene. " In Italia abbiamo un capitalismo estremamente fragile, direi (senza offes