Scorie - Gli investimenti intelligenti del nightmare team pentastellato




Uno dei neo parlamentari del M5S, il cui nome figura nella lista di ministri inviata irritualmente al presidente della Repubblica prima ancora delle elezioni, è Lorenzo Fioramonti, keynesiano in salsa sudafricana, nel senso che finora ha insegnato all'università di Pretoria.

Da più parti si (stra)parla di un governo tra M5S e Lega, ancorché sui temi economici i cavalli di battaglia siano pressoché inconciliabili e, in entrambi i casi, realizzabili solo ampliando non di poco il deficit.

A proposito di flat tax, ecco perché Fioramonti boccia in buona sostanza l'ipotesi:

"Riteniamo la flat tax costosissima, poi bisogna vedere che tipo di flat tax viene fatta. In generale, quel che serve è un intervento di investimento da parte dello Stato, che sappia individuare il percorso economico più intelligente per avere un alto impatto sulla generazione di posti di lavoro e sul benessere delle persone. Il rischio è che una flat tax fatta in maniera poco innovativa, con cifre troppo basse, metta lo Stato nelle condizioni di non operare in maniera intelligente."

Quando sento parlare, a proposito di investimenti pubblici, di "percorso economico più intelligente per avere un alto impatto sulla generazione di posti di lavoro e sul benessere delle persone", mi convinco sempre di più di quanto poco intelligenti si debba essere per dare credito a chi fa affermazioni del genere.

Credere all'investimento pubblico intelligente come mezzo per risolvere i problemi dell'Italia comporta un doppio atto di fede.

In primo luogo, che tali investimenti pubblici intelligenti esistano. In tal caso, le montagne di spesa pubblica nel corso dei decenni di volta in volta spacciate come portatrici di crescita e benessere non avrebbero avuto come effetto più visibile un enorme debito pubblico.

In secondo luogo, che il problema fin qui sia stato che a spendere i soldi erano altri, meno illuminati di chi si candida a farlo d'ora in poi.

Fede decisamente malriposta. Lo Stato non opera in maniera intelligente: semplicemente redistribuisce risorse mediante la minaccia dell'uso della forza da chi quelle risorse le ha legittimamente prodotte a chi le consuma.

E' sempre stato così e continuerà a esserlo anche se a governare sarà il nuovo dream (per me nightmare) team pentastellato.
 "Se io domenica mattina vado a votare - ha sottolineato il Cardinale- è perché sono convinto che esista un bene comune che riguarda te, riguarda tutti noi. Siamo un 'noi' di cui dobbiamo tenere conto. E mi fa paura, invece, questo atteggiamento individualistico, in fondo, di non scegliere. E, poi, quante nazioni ci sono nel mondo dove non si vota, dove c'è una testa che ha già pensato tutto... In fondo noi viviamo in una democrazia... E' un valore aggiunto anche la democrazia. In democrazia senti cose dritte, senti cose storte, senti cose che condividi e non condividi... Certamente tutti abbiamo il dovere di informarci, di farci una coscienza. Il voto è esprimere un giudizio".


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