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Visualizzazione dei post da novembre, 2017

Scorie - Non è equa e giusta neppure la web tax

Parlando di uno dei temi caldi di questi tempi in ambito fiscale, la cosiddetta web tax, Marghrete Vesteger, commissario europeo per la concorrenza, ha insistito sulla necessità di arrivare a una soluzione comune europea. A parole, chi sostiene l'introduzione della web tax (anche non nella demenziale versione che pare sarà introdotta in Italia nel 2019) afferma che ciò consentirebbe di far pagare "il giusto" alle grandi multinazionali dell'e-commerce. Con ogni probabilità, invece, ciò finirebbe col penalizzare le aziende meno grandi e globali, oltre ad aumentare i prezzi per i consumatori, sui quali verrebbe traslato almeno in parte l'onere fiscale. Tra le altre cose, Vestagher ha detto che occorre fare attenzione a non tassare profitti non realizzati in un certo Stato, " per evitare di chiedere quello che non ci spetta e creare una situazione di equità per tutti ." Come sempre in questi casi, le affermazioni di

Scorie - Proposte di mutualizzazione sempre più stupide

Da anni diversi economisti si esercitano nel presentare progetti che, utilizzando strumenti di ingegneria finanziaria più o meno sofisticata, hanno un comune obiettivo: ottenere una qualche forma di mutualizzazione del debito pubblico tra i Paesi dell'Area euro.   In ultima analisi, si arriva sempre a una redistribuzione degli oneri da chi è più indebitato (per esempio l'Italia) a chi lo è meno (per esempio la Germania). Nelle versioni più puerili, questi progetti fanno poi affidamento sulla necessità di avere solidarietà tra i diversi Paesi (ben sapendo che sarebbe a senso unico, più o meno come a livello nazionale avviene da oltre 150 anni), puntando (con una buona dose di straccionismo) il dito contro gli egoisti teutonici i quali, avendo magari tanti difetti ma non essendo generalmente stupidi, si oppongono a tutti questi progetti. Anche Benedicta Marzinotto, docente di Politica economica all'Università di Udine e Visiting Professor al

Scorie - Confusione tra rischio e incertezza

Plus24, il supplemento del sabato del Sole 24 Ore, ha la missione di rendere edotto il risparmiatore delle tante fregature nelle quali gli potrebbe capitare di incappare rivolgendosi agli intermediari finanziari. A volte lo fa con eccesso di zelo e qualche incoerenza. Per esempio, scrivere peste e corna di alcuni prodotti, ospitandone poi la pubblicità a pagamento. La redazione attribuirà la responsabilità alla proprietà, ma evidentemente quella pubblicità contribuisce a pagare gli stipendi di coloro che scrivono e senza quella pubblicità forse gli stipendi sarebbero inferiori e/o pagati con minore puntualità. Uno dei cavalli di battaglia di Plus24 sono gli scenari probabilistici da inserire nella documentazione informativa sui prodotti finanziari. Previsti da Consob nel 2009 su prodotti assicurativi e strutturati, furono poi ritirati. Secondo Plus24, per via di una potente azione dei lobbisti di settore. Ufficialmente, perché gli scenari probabilistici

Scorie - Senza fretta, ahimè

Riferendosi al tentativo di vendita di (pezzi di) Alitalia dopo l'ennesimo salvataggio a spese di chi paga le tasse, il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, usa una formula che dovrebbe suonare sinistra a chi finora ha pagato il conto: " Lavoriamo perché le cose siano fatte bene, non vogliamo avere troppa fretta, vogliamo fare bene più che fare presto ." Finora si direbbe che, chiunque fosse al governo nel corso dei decenni, le cose siano state indubbiamente fatte senza fretta. Ed evidentemente non tanto bene, però. Delrio ce l'ha con i tedeschi di Lufthansa, ossia la controparte nella trattativa. " Non si può agire come se non contasse niente non avere una compagnia nazionale: i patti devono essere chiari. Se sono dipendente da una grande compagnia che sposta tutti i voli per l'Africa 200-300 km più a Nord, mi risulta difficile essere protagonista in Africa. Un po' quello che è successo con l'accordo

Scorie - Come vogliono coprire le mance pre-elettorali? Facendo pagare ai fumatori

Per cercare di trovare le coperture (peraltro parziali, visto che il deficit sarà superiore a quanto concordato con la Ue) alle mance pre-elettorali che entreranno nella legge di bilancio, maggioranza e governo, tra le altre cose, hanno pensato a un classico: inasprire le accise sui tabacchi. Un emendamento del Pd punterebbe ad aumentare il gettito dai già previsti 125 milioni per il 2018 alla cifra di 600 milioni. Di fatto, ci sarebbe un aumento di un euro a pacchetto. Secondo gli stessi Monopoli di Stato, " detto gettito non si ritiene ipotizzabile ". D'altra parte già l'ultimo rincar o ha generato un gettito inferiore non solo alle attese, bensì al quello che si era ottenuto l'anno precedente ad aliquote inferiori. Un po' perché i fumatori stanno calando; ma anche perché, all'aumentare della tassazione, cresce la convenienza del contrabbando. Una cosa semplice da capire. Evidentemente non per tutti.

Scorie - Beata ignoranza

Durante la sua recente visita negli Stati Uniti, Luigi Di Maio ha detto di ispirarsi alla (ipotetica) riforma fiscale di Trump. Quanto alle tasse " sarà una riduzione significativa ", ha detto. Di riduzioni significative ci sarebbe indubbiamente bisogno, ma la modalità di finanziamento della riduzione in questione non farebbe altro che portare nel baratro i già scassati conti pubblici. Afferma Di Maio, infatti: " Penso a una manovra shock per abbassare le imposte sulle imprese attingendo anche a risorse in deficit ". E, per quanto possa apparire controintuitivo, il deficit è visto come via per ridurre il debito. " Il debito pubblico macina record su record: noi diciamo che per riuscire a invertire la tendenza serve fare deficit per ripagare il debito con investimenti produttivi ". Evidentemente questa è una fissazione della versione pentastellata del keynesismo. Già pochi giorni fa ho avuto modo di c