Scorie - Ecco la (non) soluzione: le previsioni meteo statali



 
Ogni volta che si verifica un evento tragico c'è una costante: l'invocazione di una nuova legge o dell'istituzione di un nuovo apparato statale. Come se la soluzione a deficienze di un sistema incrostato di soggetti pubblici di cui nessuno riesce a fare un conteggio anche solo approssimativo fosse quella di introdurre un nuovo baraccone.

Questa volta ci ha pensato il ministro dell'ambiente, Gian Luca Galletti, il quale, dopo quanto accaduto a Livorno nei giorni scorsi, ha dichiarato: "serve un centro meteo nazionale" che con "delle linee guida nazionali rafforzerebbe il sistema".

Di sicuro rafforzerebbe i ranghi dei dipendenti della pubblica amministrazione, perché suppongo che questo nuovo centro non sarebbe sostitutivo di quelli regionali, ma si sovrapporrebbe agli stessi.

Il fatto è che lo Stato non ha la sfera di cristallo, quindi non vi è nessuna base scientifica per sostenere che le previsioni meteo sarebbero più accurate se svolte a livello centralizzato. Né che le previsioni meteo debbano essere effettuate da una struttura pagata dai cosiddetti contribuenti invece che essere una qualsiasi attività di mercato.

Ma il meccanismo è sempre lo stesso: se qualcosa non va come vorrebbe il governante di turno si parla di necessità di intervento pubblico per rimediare a un fallimento del mercato. E quando il fallimento (o presunto tale) è palesemente di altri soggetti per lo più pubblici, invece che dare più spazio al mercato si invoca ancora più Stato.

Se non è folli questa…



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