Scorie - Il sovanismo del (già) comunista padano




In materie economiche il sovranista Matteo Salvini è consigliato da persone che ritengono che l'Italia abbia accumulato debito pubblico per colpa del "divorzio" tra la Banca d'Italia e il Tesoro, avvenuto nel 1981. Prima di allora la Banca d'Italia monetizzava di fatto quella parte di debito pubblico non assorbita dal mercato, il che distorceva al ribasso i tassi di interesse sul debito.

Si trattava di una forma di tassazione ancorché non fosse esplicita, perché trasferiva ricchezza reale dai risparmiatori allo Stato e, quindi, ai consumatori netti di tasse. Secondo Salvini e i suoi consiglieri la via per risolvere il problema del debito pubblico è il ritorno al passato.

Stando a quanto ha dichiarato al Sole 24Ore, se andasse al governo, tra le altre cose, farebbe così:

"Rinegozierei i trattati monetari trasformando la Banca d'Italia in prestatore di ultima istanza e Istituto pubblico di emissione e poi via Fiscal compact e patto di stabilità."

In altri termini, via libera a qualsiasi importo di spesa pubblica, monetizzata dalla Banca d'Italia, in nome di una riacquisita sovranità monetaria.
Ovviamente non sarebbe una soluzione e non sarebbe neppure un pasto gratis. Se qualcuno crede che sia meglio che lo sfascio totale arrivi prima che poi, allora credo che dovrebbe votare per questo signore. Dando però prima un'occhiata a come vanno le cose, almeno in termini monetari, in alcuni Paesi che praticano questo sovranismo, per esempio il Venezuela.

E regolandosi di conseguenza per mettere al riparo i propri eventuali risparmi, prima di andare alle urne.


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