Scorie - The (bad) conscience of a liberal (43)

"Il mondo ha bisogno di un'America onesta e democratica, o saremo tutti perduti. E c'è ancora moltissima onestà in questa nazione, semplicemente non è dominante come avevo immaginato. È tempo di ripensare, sicuramente, ma non di arrendersi."
(P. Krugman)
 
Paul Krugman rappresenta indubbiamente il prototipo dell'Intellectual Yet Idiot, secondo la definizione di Nassim Taleb. Dipendesse da me lo nominerei presidente a vita degli IYI.
 
Dopo la botta elettorale subita l'8 novembre scorso con la vittoria (inattesa) di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, Krugman appare (più che mai) in stato confusionale.
 
La sua reazione, al pari di quella dei sui colleghi IYI, consiste nel considerare disonesti e imbecilli coloro che, a conti fatti, hanno fatto prevalere Trump su Hillary Clinton.
 
Non voglio certo affermare che tutti gli elettori di Trump siano persone oneste (così come non lo sono, inevitabilmente, tutti quelli che hanno votato Clinton), ma trovo puerile l'atteggiamento di Krugman e degli altri IYI.
 
Il fatto stesso di ritenere che chi la pensa diversamente sia disonesto significa non voler trarre alcuno spunto da quanto accaduto per fare un minimo di autocritica.
 
E se il buongiorno si vede dal mattino, Krugman e gli IYI credo siano destinati ad altre cocenti delusioni. Le politiche economiche interventiste che loro stessi hanno appoggiato (magari lamentandone l'insufficienza, non gli effetti redistributivi deleteri) sono una delle cause del successo di Trump.
 
Ma preferiscono pensare che gli elettori siano ignoranti e disonesti. Certamente un modo poco impegnativo per liquidare la faccenda. Anche idiota, come suppongo sosterrebbe Taleb.

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