Scorie - Per il bene non di tutti

"Pagare le tasse è necessario per il bene di tutti."
(P. C. Padoan)

Nei giorni che intercorrono tra il primo turno e i ballottaggi alle elezioni amministrative, ho l'impressione che il ministro dell'Economia abbia ricevuto mandato da Renzi di battere il tasto sulle riduzioni di tasse attuate (quali?) e, soprattutto, da attuare nei prossimi anni. Il primo turno è stato piuttosto deludente, quindi occorre aumentare il consenso.

Mentre le promesse di riduzioni di tasse aumentano progressivamente, resta il dettaglio delle clausole di salvaguardia che prevedono aumenti di Iva e accise per oltre 15 miliardi l'anno prossimo qualora non si trovi una copertura sostitutiva, ma evidentemente la cosa non preoccupa il governo.

Alla domanda se, come ebbe a dire Tommaso Padoa-Schioppa, pagare le tasse sia una cosa bella, Padoan ha risposto con le parole che ho riportato. Si tratta di un'affermazione che, personalmente, trovo meno indisponente di quella del suo predecessore, ma che non può essere vera.

Che ci sia chi paga il conto è ovviamente un bene per chi è consumatore netto di tasse, perché altrimenti verrebbe meno una parte dei benefici (monetari e non) di cui gode. Dubito, però, che possa dirsi che sia un bene per tutti, perché "tutti" include anche i pagatori netti di tasse, tra i quali è lecito supporre che ci sia anche chi non ritiene affatto che pagare le tasse gli faccia bene.

Io, per esempio, non credo che le tasse mi facciano bene. Anzi, mi provocano un certo malessere. E siccome io esisto, significa che il bene è, come minimo, per "tutti meno uno".

Ma ho la sensazione di essere in numerosa compagnia.


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