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Visualizzazione dei post da febbraio, 2016

Scorie - La povertà non si compbatte con il welfare state

"Anche se i cattivi comportamenti peggiorano l'essere poveri, è in primo luogo la povertà stessa a causare cattivi comportamenti. Dando denaro ai poveri potremmo spezzare questo circolo vizioso." (N. Smith) Prendendo sputo da alcuni studi che, a detta di chi li ha realizzati, dimostrerebbero che dando soldi a famiglie povere si ottiene il miglioramento del comportamento dei loro membri e le prospettive dei figli, Noah Smith giunge alla conclusione che il welfare state dovrebbe essere irrobustito. Si avrebbero due risultati: meno crimine e più sviluppo. Ora, che dando più soldi alle famiglie povere migliorino le condizioni dei loro figli e si riduca il crimine potrebbe anche essere vero, ma va tenuto presente che il campione sul quale si è basato lo studio è necessariamente ridotto. D'altra parte, non vi è alcun elemento oggettivo per stabilire ex ante che quei soldi verrebbero spesi per l'istruzione dei figli invece che, per esempio, in alcolici. Ciò

Scorie - Bulimia legislativa

"La società-benefit è uno strumento all'avanguardia, finalizzato a orientare lo sviluppo economico nella prospettiva della sostenibilità ambientale e sociale." (M. Del Barba) Mauro Del Barba, senatore del PD, ha promosso l'introduzione in Italia della società benefit, scimmiottando quanto di peggio si poteva importare dagli Stati Uniti, dove le Benefit Corporation sono state introdotte 5 anni fa. Come è noto, esistevano già accanto alle società con scopo di lucro, le società non profit, che a fronte di un (dichiarato) perseguimento di finalità "sociali" godono di benefici fiscali. Le società benefit sono una sorta di via di mezzo, dato che perseguono lo scopo di lucro, ma al tempo stesso si dotano di vincoli statutari di perseguimento di determinati scopi "sociali". A fronte dei quali hanno particolari vincoli di rendicontazione, ma nessun beneficio, se non reputazionale. Credo che aver voluto legiferare su questa materia rappresenti

Scorie - Spending review (2/2)

"L'Italia ha avuto nel 2012 una crescita negativa del 2,3%, con Letta ha avuto il -1,9%, ora siamo allo 0,8%. E' poco ma perché per decisione europea è stata ridotta di moltissimo la spesa pubblica di 25 miliardi di euro. Dovendo fare la spending review è chiaro che abbiamo meno soldi degli altri da spendere e la crescita è più bassa degli altri. Speriamo che entro l'anno possiamo tornare alla media europea." (M. Renzi) Questa dichiarazione del presidente del Consiglio a me pare allucinante, ancorché non mi stupisca più nulla di ciò che esce dalla sua bocca. Con ogni probabilità conta sulla mancanza di memoria dei suoi interlocutori. Va premesso che, in base alla prima stima fornita dall'Istat, il Pil italiano nel 2015 è cresciuto dello 0,7% (0,6 se si considera il dato destagionalizzato) e non dello 0,8% come continua a sostenere Renzi. Per di più diversi fattori indipendenti dal governo (politica monetaria, andamento dei cambi, prezzi delle materie

Scorie - Spending review (1/2)

"Abbiamo ridotto capitoli di spesa per un ammontare complessivo di oltre 25 miliardi nel 2016 (si veda la tabella in basso), che assieme a misure contro l'evasione hanno consentito nel 2016 una riduzione delle tasse che vale 28,7 miliardi dei quali quasi il 90% riguardano lavoro e produzione. A scanso di equivoci, questa cifra non comprende le decine di miliardi di clausole di salvaguardia, cioè la minaccia di tasse in più, che siamo riusciti a disinnescare. Grazie alla revisione della spesa e alla lotta all'evasione siamo riusciti nello stesso periodo anche a ridurre il deficit da 3% a 2,4%, il livello più basso da nove anni. Infine, per la prima volta dopo 9 anni il rapporto tra il debito pubblico e il Pil comincerà nel 2016 a scendere. Abbiamo spostato risorse da attività rivolte alla pubblica amministrazione stessa verso servizi aggiuntivi ai cittadini. Abbiamo ridotto la spesa per i servizi generali di circa 4,5 miliardi, investendo 3 miliardi nella scuola, oltre un m

Scorie - Il censore empirista

"Molte delle scuole di pensiero alternative appoggiate dalla Post-Crash Economic Society – per essere brutalmente onesti – non meritano di essere insegnate nelle aule. Alcune, come le scuole Austriaca e Marxista, sono collezioni di idee prive di metodologie per testarle. A differenza dell'economia mainstream, non sono quantitative. A differenza della sociologia o dell'antropologia, non hanno procedure per la ricerca sul campo di dati qualitativi. E a differenza della psicologia non possono essere testate in laboratorio. In realtà, queste scuole di pensiero alternative non sono per nulla scienze sociali, bensì più simili alla teoria critica insegnata nei dipartimenti di letteratura." (N. Smith) Noah Smith ritiene che la richiesta da parte di associazioni di studenti tese ad ampliare il numero di teorie economiche insegnate nelle università sia fuori luogo. Va detto che Smith è uno di quegli economisti che preferiscono partire dai numeri per elaborare una teoria,

Scorie - Illusioni socialiste

"Lasciate che io sia molto chiaro, non c'è giustizia quando oggi c'è più diseguaglianza di reddito e ricchezza in America che in ogni altro grande Paese della terra. E quando un decimo dell'1% al vertice in questo momento possiede quasi tanta ricchezza quanto il 90% al fondo. Non c'è giustizia. Siete pronti per un'idea radicale? Insieme possiamo creare un'economia che funzioni per tutti e non solo per l'1 per cento. Noi alzeremo il salario minimo a 15 dollari all'ora. Introdurremo l'equità nella paga per le donne. Dato che c'è bisogno della forza lavoro meglio istruita del mondo, sì, renderemo i college pubblici e le università gratuite. E per i milioni di americani che stanno lottando con un orrendo livello di indebitamento studentesco, noi alleggeriremo sostanziosamente quel fardello. In America le persone non dovrebbero essere rovinate finanziariamente per decenni per il crimine di cercare di ottenere un'istruzione più elevata. È assu

Scorie - Priorità

"Tutte le persone di buon senso capiscono che il debito si abbatte solo se aumenta la crescita. Anche chi si preoccupa per la sostenibilità del nostro debito, come i tedeschi, deve capire che la crescita oggi è la priorità." (Y. Gutgeld) Quello espresso da Yoram Gutgeld è il mantra che va spesso ripetendo il ministro Padoan, accompagnato dai consensi più o meno unanimi dei keynesiani all'amatriciana. Si tratta di un abbattimento del debito non già in termini assoluti, bensì in rapporto al Pil. Matematicamente l'affermazione secondo la quale il debito (in rapporto al Pil) si abbatte solo se aumenta la crescita può avverarsi solo se la crescita del Pil nominale (ossi il denominatore del rapporto) supera quella del debito. Una circostanza che incontra serie difficoltà ad avverarsi, dato che il debito è enorme e il Pil nominale cresce poco anche per via del fatto che una quantità ingente di risorse dei cosiddetti contribuenti (nell'ordine degli 80 miliar

Scorie - IPCR? No, grazie

"Alla luce di quanto successo con il dissesto delle quattro banche italiane, i cittadini hanno ancora meno fiducia negli istituti di credito. Se a ciò si aggiungono le recenti norme sul bail-in, lo Stato ha l'obbligo, se vuole mantenere invariato il quadro normativo, di creare un Istituto Pubblico di Credito e Risparmio." (A. Siri) Mi è già capitato di commentare alcune proposte di Armando Siri, consigliere economico della Lega Nord. Solitamente sono improntate a un misto di dirigismo e statalismo. Anche questa volta il mix è lo stesso. Siri parte dal calo di fiducia dei cittadini nei confronti delle banche; una situazione peggiorata notevolmente da novembre a oggi, a causa delle perdite subite da azionisti e possessori di obbligazioni subordinate nelle quattro banche sottoposte a procedura di risoluzione e alla definitiva entrata in vigore della direttiva Ue BRRD, con tanto di famigerato bail-in, o salvataggio interno a carico di azionisti e creditori della ban

Scorie - Reversibilità a carico di sempre meno animali da soma

Tra le tante cose dette e scritte in questi giorni a proposito di pensioni di reversibilità, l'unica che, a mio parere, avrebbe senso non mi è capitato né di leggerla, né di sentirla. Prendo spunto da un articolo di Enrico Marro sul Corriere della Sera, che inquadra la questione, ma si limita a sostenere i meriti della sostituzione dell'Isee al reddito Irpef per determinare il diritto alla percezione dell'assegno di reversibilità. Scrive Marro: " Le pensioni di reversibilità rappresentano un pezzo fondamentale dello Stato sociale per circa 4,3 milioni di «superstiti»: in buona parte vedove, che percepiscono per tutta la loro restante vita, in base al reddito, dal 30 al 60% di quella che era la pensione del marito deceduto. Per questa voce si spendono circa 41 miliardi di euro l'anno (che fanno 733 euro in media a testa per tredici mensilità). È vero, in un caso su tre l'assegno di reversibilità costituisce l'unica forma di reddito (il 67,5% dei perc

Scorie - Flessibilità, il nuovo mantra dei keynesiani all'amatriciana

"Noi abbiamo attuato l'austerità con serietà e rigore, ora è il momento di dare maggiore impulso a ripresa e occupazione. È noto che serve nell'Ue una politica per una maggiore espansione." (S. Mattarella) Il presidente della Repubblica sposa il punto di vista del Governo in merito alla cosiddetta flessibilità, un eufemismo usato per non dire esplicitamente che si vuole aumentare il deficit di bilancio. Come molti, Mattarella sostiene che in Italia si sia attuata l'austerità, per di più con "serietà e rigore". A mio parere non ha senso parlare di austerità se non c'è una consistente cura dimagrante per il multiforme apparato statale. Fenomeno del quale non vi sono tracce significative, come si può notare dalla mai diminuita spesa pubblica. I commissari alla spending review passano, ma la spesa pubblica non accenna a diminuire. La vera austerità è stata imposta ai pagatori di tasse, sottoposti a un carico crescente nel corso degli anni,

Scorie - Otelma a palazzo Chigi

"La stima della crescita del Pil è stata rivista al rialzo, ma secondo me arriverà all'1%." (M. Renzi, 4 ottobre 2015) "Noi abbiamo fatto lo 0,7 di crescita, poi visto che le cose andavano bene abbiamo fissato lo 0,9%. Secondo me chiudiamo allo 0,8 anche se il Mef sostiene che comunque sarà lo 0,9." (M. Renzi, 1 dicembre 2015) Quando, a inizio autunno, il Governo pubblicò la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, aumentò le stime di crescita del Pil per il 2015 da 0,7 a 0,9%. Renzi sosteneva, però, che secondo lui si sarebbe arrivati all'1%. Per quanto gli econometristi si affannino a elaborare modelli sempre più complessi e parlino delle loro previsioni con fare da scienziati, essendo impossibile prevedere scientificamente l'azione umana è frutto del caso se uno di quei numeri si rivela, ex post, esatto. Di regola le previsioni sono smentite dai dati effettivi. Nel caso di Renzi, poi, pare trattarsi più di una affermaz

Scorie - Il coordinamento del disastro

"Anche se le banche centrali seguono lo stesso percorso, il rischio ovviamente è che le strategie di stimolo monetario non siano coordinate e che anzi tendano ad annullarsi. Il rallentamento americano viene attribuito in parte all'apprezzamento del dollaro e al disavanzo delle partite correnti che ne sarebbe risultato. La nuova mossa giapponese potrebbe scatenare tentazioni di rivalsa in quella che comunemente viene definita una guerra delle valute. Anche l'allentamento quantitativo europeo aveva avuto i maggiori effetti attraverso il canale del tasso di cambio più leggero, ma il cambio effettivo dell'euro è già ritornato su livelli prossimi a quelli di due anni fa." (C. Bastasin) Anche i sostenitori delle politiche monetarie espansive e dell'utilizzo di strumenti non convenzionali come il quantitative easing iniziano ad ammettere che l'efficacia di quelle misure è dubbia. Chi pratica il Qe indebolisce la propria moneta e contribuisce a gonfiare i pr

Scorie - Improbabili giustificazioni per il Qe

"Viral Acharya (della New York University) esplora i vantaggi e gli svantaggi del Qe. I primi, come detto, stanno nel sostegno alla domanda, i secondi stanno nel fatto che l'accresciuta liquidità permette operazioni di scarsa utilità sociale come i 'carry trade'. La raccomandazione è questa: quando c'è ragione di ritenere che gli effetti sulla domanda ci siano, il Qe dovrebbe essere particolarmente aggressivo, così da far prosciugare dalla domanda quei fondi che altrimenti sarebbero finiti nei 'carry trade'."  (F. Galimberti) Nel rendere conto delle analisi presentate da diversi ricercatori a un convegno su tematiche monetarie, Fabrizio Galimberti si sofferma su vantaggi e svantaggi del Qe. Trai i primi mette in evidenza il sostengo alla domanda. Un sostegno che, però, è pari a quello del doping per un atleta. Le prestazioni non migliorano, se non temporaneamente, danneggiando il fisico e ponendo l'atleta stesso di fronte a una scelta: co

Scorie - Guai a chi paga in eccesso

Un giorno sì e l'altro pure capita di sentire il ministro dell'Economia di turno, o il direttore dell'Agenzia delle entrate, parlare di "fisco amico del contribuente". Sono quelle cose che chiunque abbia avuto la sventura di ricevere la visita degli agenti del fisco sa benissimo essere false.  La situazione, più realisticamente, può essere descritta così: il cosiddetto contribuente deve interrompere la propria attività e dimostrare di aver agito in modo conforme alle innumerevoli e spesso (volutamente?) incomprensibili norme tributarie, perché, anche se formalmente non è scritto da nessuna parte, in queste situazioni si parte da una presunzione di evasione. Quasi certamente, peraltro, una somma più o meno consistente finisce per essere contestata. A volte capita anche, magari per timore di pagare meno di quanto richiesto dal fisco, di versare in eccesso. Se si paga di meno, occorre procedere con quello che, usando un brutto eufemismo, viene definito "

Scorie - La flessibilità non cancella il deficit

"È improprio poi sostenere che, essendo tornato positivo il Pil, è tempo di mettere fieno in cascina a colpi di nuovi e forti avanzi primari. Il ritmo di crescita con cui siamo entrati nel nuovo anno è tutt'altro che sostenuto e gli stessi dati sul lavoro, forniti dall'Istat martedì scorso, rivelano una flessione degli occupati nell'ultimo mese dell'anno. Altro che rischi pro-ciclici di una politica di bilancio espansiva: qui c'è tanto ancora da investire in crescita se vogliamo davvero che l'Italia metta alle spalle la sua lunga crisi e conquisti una stabilità, anche finanziaria, che è nell'interesse dell'Europa tutta." (F. Forquet) Fabrizio Forquet, vice direttore del Sole 24 Ore, sostiene le richieste di "flessibilità" sui conti pubblici avanzate dal governo italiano nei confronti della Commissione Ue. Il tutto è basato sulla visione, ampiamente condivisa da quel giornale e dal suo editore, in base alla quale il bilancio dell

Scorie - Se quella è timidezza...

"La timidezza delle banche centrali - quelle grandi, perché le piccole non hanno esitato a tagliare in modo aggressivo - è legata al fatto che gli effetti collaterali possono essere tanti e potenti. Con una politica ultraespansiva, ha recentemente spiegato la Banca dei regolamenti internazionali (da sempre poco convinta da quantitative easing e tassi negativi), i mercati finanziari si concentrano più sulla politica monetaria che sull'economia reale, le quotazioni vengono distorte, le compagnie finanziarie vedono erodere il loro modello di business - anche se si stanno immaginando nuovi prodotti - i governi sono disincentivati nel risanamento fiscale e, soprattutto, si alimenta la disillusione sul potere della politica monetaria." (R. Sorrentino) Commentando la mossa a sorpresa, e abbastanza disperata, da parte della Banca del Giappone di introdurre tassi di interesse negativi, Riccardo Sorrentino sostiene che le grandi banche centrali abbiano finora agito con timide

Scorie - Ci risparmino almeno orgoglio e vittimismo

In prima pagina dell'inserto domenicale del Sole 24 Ore si trova una rubrica, dal titolo "Memorandum" a firma del direttore, Roberto Napoletano. Domenica 31 gennaio Napoletano ha dedicato il suo pezzo ai servitori dello Stato dell'Agenzia delle entrate, dopo aver partecipato a una cena e aver avuto come commensale il direttore dell'Agenzia, Rossella Orlandi. Napoletano inizia così: " Quasi le scappa una lacrima a Rossella Orlandi, ma quando ripete («le mie donne e i miei uomini») la voce è ferma, gli occhi si muovono come una pallina da flipper, vengono fuori senso dello Stato e caparbietà: «Noi abbiamo la coscienza a posto, direttore, siamo orgogliosi del nostro lavoro, oggi posso affermare con tranquillità che all'agenzia delle Entrate la squadra c'è, tiene botta a tutto, la macchina funziona perché le mie donne e i miei uomini si muovono insieme». Si ferma, quasi di scatto, poi con lo stesso impeto naturale: «Vorrei che si sapesse che quel

Scorie - Che brutto film

"Viene creato un unico fondo alimentato al 12 per cento dal gettito Ires e Iva di chi utilizza i contenuti, tv, provider telefonici e distributori cinematografici, non andando sotto l'importo annuo di 400 milioni." (D. Franceschini) Il 28 gennaio Renzi e Franceschini hanno ricevuto a pranzo Bertolucci, Benigni, Tornatore e Sorrentino (in quanto vincitori di un premio Oscar) per preannunciare loro le nuove misure che il governo ha poi assunto qualche ora dopo in Consiglio dei ministri. Una scena a mio parere patetica, nella quale Renzi interpretava il ruolo del mecenate (ovviamente con i soldi altrui) che invita gli artisti di corte per dir loro in anteprima cosa farà a favore del cinema. In estrema sintesi, sono le solite misure a sostegno di una attività, il cinema appunto, che non ha alcun motivo per essere sostenuta da altri se non dagli spettatori volontariamente paganti. Il ministro dei Beni Culturali ha anche aggiunto che il governo intende regolamenta

Scorie - The dreamer

"Le cose sono cambiate. Le riforme sono leggi e dopo tre anni di recessione è tornato il segno più nei fondamentali economici. Possiamo tornare a fare il nostro mestiere, dunque. E il nostro mestiere è guidare l'Europa, non andare in qualche palazzo di Bruxelles a prendere ordini." (M. Renzi) Qualcuno lo riporti alla realtà. Evidentemente è nel mondo dei (suoi) sogni.

Scorie - Il vero rischio dell'abolizione del contante

"Secondo le nostre stime il 60% del denaro è fuori dal controllo della banca centrale, a causa del mercato in nero e delle attività di riciclaggio. Ci sono così tanti pericoli e svantaggi associati al contante, che abbiamo proposto di abolirlo definitivamente." (T. Bentestuen) Trond Bentestuen, dirigente di una primaria banca norvegese, auspica un provvedimento governativo per abolire definitivamente l'utilizzo del contante. Pare che in Norvegia il contante sia già da tempo scarsamente utilizzato. Ma c'è una enorme differenza tra l'utilizzo volontario del denaro elettronico e una sua eventuale imposizione legislativa. Solitamente le principali giustificazioni addotte per invocare (o imporre) limiti all'utilizzo del contante sono quella che fa riferimento al riciclaggio e quella che fa riferimento ai costi della gestione fisica del contante. La prima è evidentemente un pretesto, dato che una qualche forma di pagamento l'economia criminale

Scorie - Sospetti giustificati

"Andreotti disse che a pensar male si fa peccato ma 'spesso' ci si azzecca. Lei usa dello stesso concetto con parole più forti, ma chiude dicendo che ci si azzecca 'quasi' sempre. Io sto risolutamente dalla parte lasciata libera dallo 'spesso' e dal 'quasi sempre'. L'idea che dopo qualche decennio in cui il risparmiatore abbia ottenuto magrissimi frutti dai suoi risparmi, il destino cinico e baro faccia balzare l'inflazione a due cifre, decimando così il potere d'acquisto del gruzzolo investito, non mi sembra realistica. Forse la determinante principale del tasso di inflazione sono le aspettative, e, una volta che queste aspettative, dopo numerosi lustri di bassa inflazione, siano saldamente ancorate verso il basso, non credo sia possibile che i prezzi ricomincino a salire a due cifre. E se questo, per qualche incidente, dovesse principiare a succedere, le Banche centrali sarebbero leste a spingere l'inflazione di nuovo verso il bass