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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Scorie - Solite keynesianate sulla grande depressione

"La Grande Depressione, possiamo dire, ebbe un'origine complessa. Il consenso oggi vede la GD come il portato di una "convenzionale" svolta recessiva del ciclo, che degenerò perché aggravata dal crollo di Borsa e soprattutto dalla crisi del sistema bancario. Di fronte ai fallimenti dei clienti il sistema bancario non fa più prestiti, e toglie l'ossigeno del credito a un'economia già in crisi. Le banche si chiusero a riccio, molte fallirono e l'intera attività economica si accasciò come un atleta stremato. Venne a nudo la fragilità del sistema bancario, poco vigilato ex ante e poco aiutato (da una Banca centrale alle prime armi) ex post. E dietro alle spiegazioni teoriche e a quelle istituzionali aleggia quel deus ex machina delle crisi finanziarie: l'instabilità dei mercati e dei comportamenti umani, la tendenza della cupidigia a nutrirsi di se stessa, la tendenza dell'homo sapiens (il "sapiens" non è sempre meritato) a esaltarsi nelle s

Scorie - Crediti di imposta: solo distorsioni e briciole

"È da guardare con favore il meccanismo introdotto che incentiva le Casse di previdenza e i fondi pensione a investire sullo sviluppo del Paese. L'aumento del prelievo fiscale - richiesto in un quadro di generale appello allo sforzo di risanamento finanziario del Paese - viene annullato nel momento in cui investano in alcuni settori per rilanciare l'attività economica. Sono convinto che in questa direzione bisogna procedere con determinazione e coraggio. Si pensi alla possibilità di estendere il credito d'imposta per consentire di partecipare al finanziamento delle Pmi sviluppando in Italia fondi di debito o credit fund." (S. Tomaselli) Intervistato in merito all'aumento della tassazione dei rendimenti delle casse previdenziali professionali dal (già elevato) 20 per cento al 26 per cento deciso dal governo con la legge di stabilità 2015 (in quella stessa occasione è stata incrementata anche la tassazione sui risultati maturati dai fondi pensione dall'

Scorie - Nuovo trattato, nuovi comsumatori di tasse

"Il nuovo Trattato dell'Eurozona dovrà separare nettamente il livello europeo da quello nazionale, dando al primo responsabilità e risorse proprie e distinte da quelle che attengono al secondo. La confusione dei poteri tra i due livelli è alla base dell'invadenza tecnocratica che si è realizzata durante la crisi dell'euro. Un progetto di integrazione tra paesi asimmetrici non può funzionare se si consente ad alcuni paesi di decidere la politica di altri paesi, motivando tale invadenza con le risorse che i primi forniscono ai secondi. L'Eurozona dovrà dotarsi di un suo budget autonomo, seppure molto limitato, derivato da una fiscalità specifica, non già dai trasferimenti finanziari dei paesi che ne fanno parte. La combinazione di un'autonoma capacità fiscale e di una autorità politica comune darà sostanza democratica all'unione politica dell'euro." (S. Fabbrini) Sergio Fabbrini, docente della Luiss e renziano doc, auspica che si giunga a un Tr

Scorie - Le chiacchiere non sono tagli

"Negli ultimi cinque anni la spesa primaria è cresciuta in termini nominali dell'1,2% l'anno, contro il 4,3% medio del decennio 2000-2009. Nei tendenziali si prevede di mantenere lo stesso profilo di crescita fino al 2019. Con una spesa previdenziale che crescerà del 2,7% l'anno, non sarà facile rispettare questo obiettivo. Per fare ancora meglio, come prevede la manovra, servono, appunto, veri e propri piani industriali settore per settore, sapendo anche che i risultati non saranno immediati." (G. Pisauro) Giuseppe Pisauro è presidente dell'Ufficio parlamentare di Bilancio, struttura creata per scimmiottare il Congressional Budget Office statunitense allo scopo di fornire valutazioni "indipendenti" sui provvedimenti di finanza pubblica impostati dal governo e dalla sua maggioranza parlamentare. Parlando di spending review e DEF, Pisauro snocciola alcuni numeri che rendono evidente, se ancora ve ne fosse bisogno, che la spesa pubblica non s

Scorie - Renzi non è Houdini

"Questo governo e il suo premier Renzi hanno una capacità: far credere quello che in realtà non è, un po' come il famoso Houdini." (G. Barozzino) Giovanni Barozzino, divenuto noto per una vertenza sindacale in quota Fiom quando era operaio allo stabilimento FIAT di Melfi, è stato successivamente messo in lista da SEL per il Senato, dove ha un seggio dal 2013. Durante un intervento nel quale ha criticato il governo a proposito del DEF e del Jobs Act, Barozzino ha paragonato Renzi a Houdini. Le critiche rivolte al governo (sulle quali non mi interessa entrare nel merito, ma che sono un classico del sinistrismo Fiom-SEL), mostrano già in partenza di poggiare su basi del tutto fuorvianti. Paragonare Renzi a Houdini è, infatti, del tutto fuori luogo, e credo sia una grave offesa alla memoria di Houdini. A differenza di Renzi, Houdini era illusionista di professione e non spacciava i suoi numeri per realtà allo scopo di acquisire consenso politico. Le pres

Scorie - Mirare correttamente

"Il mondo si trova di fronte alla prospettiva di un prolungato periodo di debole crescita economica. Ma rischio non significa destino: il miglior modo di evitare un esito di questo tipo è capire come incanalare ampi risparmi negli investimenti pubblici in grado di potenziare la produttività." (M. Spence) Micheal Spence, un economista insignito del premio Nobel i cui articoli trovo sempre particolarmente noiosi, ritiene che sia necessario rilanciare la domanda aggregata mediante un aumento della produttività. E come fare per aumentare la produttività? Bisogna "incanalare ampi risparmi negli investimenti pubblici in grado di potenziare la produttività". Se la cosa vi suona vagamente keynesiana il vostro udito funziona correttamente. Prima ancora di discutere l'idea che il rilancio della produttività passi per gli investimenti pubblici, credo valga la pena di chiedersi se davvero il mondo disponga di "ampi risparmi". Nominalmente la cosa è vera,

Scorie - Figuriamoci gli altri

"Indesit delocalizza in Turchia e Polonia. Paesi che stampano propria moneta. Con l'uscita dall'Euro le aziende farebbero a gara a venire in Italia. Possibile che dobbiamo morire prima di capirlo? Il Governo si ostina a restare nell'Euro e porta la tassazione al 51% per rispettare gli assurdi vincoli europei." (L. Di Maio) Luigi Di Maio, deputato membro del direttorio del M5S e vice presidente della Camera dei deputati, è convinto che la delocalizzazione da parte di alcune aziende sia una conseguenza della cessione della sovranità monetaria da parte dell'Italia. A suo parere, se solo l'Italia potesse stampare moneta autonomamente i problemi sarebbero tutti risolti e le aziende " farebbero a gara a venire in Italia". Premesso che questa gara a venire in Italia non era poi così piena di partecipanti ai tempi della lira, se c'è una cosa che viene stampata a volontà sono gli euro, in particolare negli ultimi anni. Di Maio potrà forse no

Scorie - La Fed non aiuta l'americano medio

"Ciò di cui la gente non si rende conto è che inflazione e deflazione ci sarebbero anche se non ci fosse la Fed. Prima del 1913, quando venne fondata la Fed, inflazione e deflazione avevano forti sbalzi. Inizialmente la Fed non fermò tali andamenti. Ma in anni recenti ha adottato un target di inflazione del 2 per cento, in che significa che cerca di far sì che l'inflazione cresca a un tasso lento e prevedibile. Questo ha salvato i guadagni di una vita di molte persone dagli andamenti improvvisi un tempo consueti." (N. Smith) Quella raccontata da Noah Smith a proposito dell'inflazione e della deflazione è una versione dei fatti caratterizzata da incompletezza e parzialità. Probabilmente il problema è da individuare nel fatto che, come quasi tutti coloro che hanno studiato in facoltà di economia con docenti mainstream, Smith non ha avuto alcuna curiosità di approfondire l'argomento attingendo a fonti alternative, oltre che andando oltre il mero andamento degli

Scorie - La presidenta canta

"Per essere solido un sistema democratico deve dare risposte alle sofferenze; significa dare lavoro ai giovani, sostenere piccoli imprenditori e artigiani piegati dalla crisi. Vuol dire applicare l'art.3 della costituzione." (L. Boldrini) Laura Boldrini non dice mai cose particolarmente interessanti. Però se si cerca un carico esorbitante di retorica politically correct si può essere certi che leggendo o ascoltando una sua dichiarazione non si resterà delusi (se così si vuol dire). Quale migliore occasione, poi, del settantesimo anniversario della Liberazione, con i festeggiamenti che alla Camera sono iniziati con una settimana di anticipo, per la gioia di Boldrini, con tanto di "Bella ciao" intonata (o stonata) sul finale dai deputati sinistrorsi, come se fossero a una qualsiasi festa dell'Unità o in una sezione del loro partito. E' quasi inevitabile che in una circostanza del genere la presidenta vada oltre le consuete frasi fatte sulla r

Scorie - Traduzione

"Qualche giorno fa ho letto un articolo di Marco Piantini, che risulta essere Consigliere per gli Affari europei del Presidente del Consiglio (a proposito: ma quanti consiglieri ha Renzi?), denso di retorica modello "serve più Europa". Ho quindi pensato di prenderne i passaggi più significativi (o meno insignificanti) e di darne un'interpretazione volta a togliere il tipico velo politically correct." La crisi che colpisce l'Europa dal 2008 avrebbe travolto le nostre economie senza lo scudo dell'euro, ma ha anche mostrato i limiti dell'architettura istituzionale dell'Eurozona. Occorre avere fino in fondo questa duplice consapevolezza: tanto dell'indispensabilità dell'Unione economica e monetaria, quanto della sua incompletezza nonostante i progressi fatti negli ultimi anni, quali il Meccanismo europeo di stabilità finanziaria e l'Unione bancaria . Traduzione: Anche se non si sa come sarebbe effettivamente andata, cominciamo

Scorie - Georgisti di ritorno

"Per combattere la disuguaglianza nella ricchezza, ciò di cui abbiamo realmente bisogno non è redistribuire redditi dalle imprese, ma dai proprietari terrieri. Come si può fare? Consentire di costruire di più nelle aree urbane sarebbe un buon punto di partenza. Ma la vera arma è la tassa di Henry George, o tassa sul valore dei terreni. E' simile a una tassa sulla proprietà, ma tassa solo il valore dei terreni, non il valore delle strutture costruite sui terreni stessi. Incoraggia un uso efficiente dei terreni ed è il modo più efficiente per redistribuire ricchezza." (N. Smith) Come è noto, il libro che si occupa di economia che ha avuto più risonanza nei media nel corso del 2014 è "Il Capitale nel XXI secolo" di Thomas Piketty. La tesi contenuta in quel libro è che il tasso di rendimento del capitale è superiore a quello di crescita del Pil, il che porterebbe a un progressivo aumento della diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza a favore dei pro

Scorie - Crede che siamo tutti DEFicienti?

"Non ci sono tasse nuove, anzi è finito il tempo delle tasse da aumentare. È un punto fondamentale, chiaro, centrale per il paese. Dobbiamo far sì che i sacrifici non li facciano più i cittadini." (M. Renzi) Questa affermazione di Matteo Renzi non risale alla primavera del 2014, quando pure credo avrebbe avuto senso accoglierla con scetticismo. E' stata pronunciata dal presidente del Consiglio lo scorso 10 aprile, in occasione della presentazione del Documento di Economia e Finanza (DEF). Credo che, arrivati a questo punto, lo scetticismo dovrebbe essere il sentimento prevalente anche tra i più convinti sostenitori di Renzi, non fosse altro per il fatto che è sufficiente scorrere lo stesso DEF per rendersi conto che i numeri lo smentiscono già ex ante. Le entrate dello Stato sono previste in aumento, sia in termini assoluti, sia in rapporto al Pil. Probabilmente Renzi conta sul fatto che quasi nessuno legga quel documento; oppure ritiene che sia sufficiente

Scorie - Temere la scarsità di debito è davvero troppo

"Tra il 2007 e il 2013 il debito medio nell'euro area è aumentato di 30 punti di Pil ed è ora al 95% del Pil. Non è un livello assoluto alto se confrontato con Usa e Giappone. Ma il fatto che la governance europea sia caratterizzata da una politica monetaria unica e politiche di bilancio decentrate rende la crescente diversità dei livelli di debito da Paese a Paese un problema per la stabilità interna dell'euro area." (C. Bastasin) Carlo Bastasin è uno dei tanti sostenitori del "serve più Europa". Anche se cerca di utilizzare argomentazioni tecniche, dietro il velo della retorica si arriva sempre al solito punto: il "più Europa" finirebbe con l'equivalere a "più redistribuzione" su scala europea, cosa che è di per sé discutibile, e lo diventa a maggior ragione quando a perorare cause del genere sono persone che vivono in Stati ingolfati di debito. Bastasin sostiene che È importante avere chiare le cause che hanno provoca

Scorie - Socialismo monetario globale

"Una moneta globale servirebbe a garantire una stabilità generale, con un meccanismo automatico adatto a combattere gli sbilanci dei singoli Paesi, nonché ad assicurare l'esistenza di un prestatore di ultima istanza, che possa creare politiche anticicliche e stabilizzare la crescita del Prodotto Lordo Globale. Non sarebbe questo, tra l'altro, uno strumento fondamentale per realizzare quello in cui Bretton Woods ha fallito, cioè politiche finanziarie ed economiche globali che eliminino le pesanti diseguaglianze finora create e garantire una vera pace?" (G. Rossi) Non si può certo negare a Guido Rossi una certa coerenza: a suo parere ogni problema andrebbe risolto a livello globale. Quindi, tra le tante cose che dovrebbero caratterizzare una governance globale, ci sarebbe anche una moneta. In questo caso Rossi non fa altro che rilanciare l'idea che Keynes propose alla conferenza di Bretton Woods nel 1944. Idea che non passò anche perché gli Stati Uniti ave

Scorie - Chi crea benessere? Non chi governa

"Abbiamo bisogno di recuperare il coraggio che ebbero i padri fondatori del progetto europeo. Non possiamo fermarci a metà del guado, dobbiamo lavorare a una maggiore integrazione perché solo così saremo in grado di creare maggiore benessere e migliore qualità della vita per i cittadini europei." (S. Gozi, P. C. Padoan) Al termine di quello che gli stessi autori di questa dichiarazione hanno definito un "brainstorming" sulle prospettive dell'integrazione europea, Sandro Gozi, sottosegretario agli Affari e alle Politiche europee, e Pier Carlo Padoan, ministro dell'Economia e delle Finanze, hanno sentito l'esigenza di usare badilate di retorica europeista. L'assunto, ormai divenuto un classico, è sempre lo stesso: l'area euro non può essere solo un'unione monetaria, serve l'integrazione politica. Un punto di vista piuttosto diffuso, almeno a parole, tra i governanti dell'eurozona. Le prospettive di ciascuno di essi, peraltro,

Scorie - Nuovo DEF, solite chiacchiere

"La revisione della spesa non è il tentativo di far del male ai cittadini, ma di utilizzare meglio i loro soldi. Non tocca la carne viva dei cittadini, ma gli sprechi della P.A. E' sconvolgente che ci siano migliaia di partecipate, tagliarle è un favore ai cittadini. Abbiamo centinaia di realtà che acquistano prodotti informatici. Perché non possiamo ridurre le spese informatiche? La spending la facciamo perché è giusta non perché ci servono i soldi." (M. Renzi) Matteo Renzi ha approfittato della conferenza stampa in cui ha presentato il Documento di Economia e Finanza per tornare sul tema della spending review. Un argomento sul quale la divergenza tra il dire e il fare è quanto mai evidente. Un anno fa Renzi aveva da poco defenestrato Enrico "stai sereno" Letta e già faceva vedere agli italiani le prime slides, alcune delle quali dedicate proprio alla spending review. Secondo Renzi si poteva tagliare molto più di quello che stava ipotizzando l'all

Scorie - I disastri del credito artificialmente a basso costo

"Riducendo il costo del credito si aumenta il numero di investimenti il cui rendimento supera il costo del finanziamento e così si stimola l'attività economica." (C. Bastasin) Ho voluto riportare questo passaggio preso da un articolo in cui Carlo Bastasin commenta gli effetti cospicui del quantitative easing (ossia creazione di base monetaria dal nulla da parte della Bce) sulla svalutazione dell'euro e sul forte calo dei rendimenti dei titoli di Stato, soprattutto a lunga scadenza, perché si tratta di un aspetto fondamentale nella teoria del ciclo economico della scuola austriaca. Effettivamente la riduzione del costo del credito aumenta ex ante il valore attuale netto di un investimento, il che può rendere apparentemente profittevoli progetti che a tassi di interesse superiori (perché non distorti al ribasso da politiche monetarie espansive) non lo sarebbero. Il problema è che la manipolazione al ribasso dei tassi di interesse genera l'apparenza di

Scorie - Pensioni eque

"Abbiamo affrontato questo discorso l'anno scorso e la decisione politica è stata di non toccarle. Le pensioni alte sono già in qualche modo tassate e quindi c'è già un intervento di equità." (Y. Gutgeld) Oltre a essere un fidato consigliere di Renzi, Yoram Gutgeld è, assieme a Roberto Perotti, l'ennesimo commissario alla spending review. Checché ne dicano dalle parti di Palazzo Chigi, finora su questo argomento si sono fatte per lo più chiacchiere, perdendo tempo e rendendo sempre più difficile evitare, nel biennio 2016-2017, la nuova mazzolata di Iva e accise dovute alle clausole di salvaguardia dell'ultima legge di stabilità. A chi gli chiedeva se fosse previsto anche un intervento sulle pensioni, Gutgeld ha risposto con le parole che ho riportato. In particolare, a suo dire le "pensioni alte sono già in qualche modo tassate e quindi c'è già un intervento di equità". Gutgeld sembra contraddire, quindi, il presidente dell'

Scorie - Ma quale pesce d'aprile?

"Ne abbiamo abbastanza. Adotteremo il Bitcoin. Diventeremo la prima economia al mondo e anche se all'inizio sarà doloroso, la Grecia prospererà nel lungo termine." (Y. Varoufakis) In Grecia è circolato questo pesce d'aprile; la Grecia avrebbe lasciato l'Euro per adottare il Bitcoin. Ora, uno scherzo per riuscire deve essere in primo luogo credibile. Chiunque abbia una benché minima conoscenza di cosa sia una moneta e come funzionino da una parte l'Euro (e le monete fiat in generale) e dall'altra il Bitcoin, non potrebbe aver creduto neppure per un istante a una notizia del genere. Una cosa è certa, se l'attuale governo della Grecia dovesse decidere (o fosse costretto) a cambiare moneta, non vi è alcuna possibilità che scelga Bitcoin o qualsivoglia altra moneta di mercato. I governanti greci si lamentano di non riuscire a ottenere abbastanza Euro, figurarsi se adotterebbero spontaneamente una moneta non riproducibile a piacere da una banca

Scorie - Rulingi fiscali e livellamenti socialisti

"I ruling fiscali non sono di per sé illegali. Sono un utile strumento di tassazione per dare alle imprese la certezza di cui hanno bisogno per la loro pianificazione finanziaria. Il problema risiede nella loro opacità e nella discriminazione che talvolta creano all'interno del mercato unico. Troppo spesso i Paesi non sono a conoscenza dei ruling fiscali emanati dalle autorità fiscali di altri Stati membri della Ue, anche se questi possono avere un impatto diretto sulle loro entrate fiscali. In un mercato unico della Ue in cui contano l'efficienza economica e l'equità sociale, questo tipo di concorrenza fiscale sleale è inaccettabile." (P. Moscovici) Pierre Moscovici, commissario europeo per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, chiede trasparenza negli accordi più o meno sottobanco che taluni Stati dell'Unione europea fanno con le grandi imprese per concordare preventivamente il carico fiscale (mi si conceda la semplificazione).