Scorie - Le ragioni dell'illegittimità fiscale

"E' necessario stimolare nei bambini la riflessione sulla legalità fiscale
per aiutarli a prendere coscienza dell'importanza sociale delle tasse."
(L. Gaslini)

Questo ha detto Lodovico Gaslini, presidente dell'Associazione italiana
dottori commercialisti, presentando un'iniziativa della sua associazione
con il patrocinio dell'ufficio scolastico regionale, volta a insegnare ai
bambini delle quarte e quinte elementari di Milano le ragioni della
"legalità fiscale".

A me queste iniziative fanno venire i brividi, non solo perché si tratta di
indottrinamento puro nei confronti di bambini ai quali saranno raccontate
come verità rivelate quelle scritte nella costituzione della Rapubblica
italiana.

Bensì, soprattutto, perché a indottrinare queste giovani persone non
saranno, come di consueto, gli insegnanti (che sono pur sempre dipendenti
dell'ente tassatore e sono pagati con il bottino della tassazione), ma
professionisti che pure di tanto in tanto si lamentano, peraltro molto
timidamente, nei confronti dello Stato per come rende complicata la vita ai
cosiddetti contribuenti e anche a chi fornisce loro consulenza in materia
fiscale. Professionisti che, si badi bene, sono pagati da quelle stesse
persone che sono obbligate a pagare le tasse.

Se a quei bambini fosse raccontata la semplice dinamica dei fatti, molto
probabilmente sarebbero i primi a rendersi conto della profonda ingiustizia
implicita nella tassazione e nella solidarietà coattiva che essa comporta.
Basterebbe fare il confronto tra due situazioni: il furto e la tassazione.
In entrambi i casi il legittimo proprietario è privato di una parte dei
suoi beni, dietro la minaccia dell'uso della violenza oppure a sua
insaputa.

Con alcune differenze: nel caso del furto l'atto è illegittimo e illegale,
mentre nel caso della tassazione l'atto è illegittimo ma legale. Nel caso
del furto, quindi, viene riconosciuta la violazione del diritto di
proprietà della persona derubata. Nel caso della tassazione, al contrario,
viene utilizzata la legislazione per imporre la violazione del diritto di
proprietà della persona tassata.

La quale si trova anche costretta, data la complessità delle norme, a
pagare un professionista per quantificare il bottino da consegnare allo
Stato. Oltre al danno la beffa. E beffa ancor maggiore è trovarsi poi
quello stesso professionista, magari, a raccontare al figlio di quarta
elementare le ragioni della "legalità fiscale".

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