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Visualizzazione dei post da maggio, 2014

Scorie - (Tra)Monti

"La sconfitta di Scelta Europea è chiara e non permette alcuno sconto. La nostra proposta, incentrata su un europeismo coerente con l'inspirazione riformatrice di Mario Monti e unita ai contributi di Centro Democratico e Fare per Fermare il Declino, non ha guadagnato spazio sufficiente all'interno di una contesa elettorale dominata dallo scontro tra la furia distruttrice di Beppe Grillo e la forza della novità incarnata dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi… Da oggi si apre una riflessione sul futuro di Scelta Civica che dovrà essere libera e priva di qualunque inibizione, come si addice ad un movimento senza padroni che è nato con lo scopo di dare rappresentanza ad un'opinione pubblica liberale e riformatrice che certamente non scompare dalla mappa politica e culturale italiana." (A. Romano) Andrea Romano, professore universitario e direttore di think tank, è passato dallo studio sui rapporti tra partito bolscevico e società rurale (lo apprendo da Wikipedia

Scorie - Il ciarlatano Charlie

"Uno potrebbe raggiungere la conclusione che tassi di interesse storicamente bassi e stabili pongano rischi alla stabilità finanziaria… Io credo che l'inferenza che tassi di interesse persistentemente bassi mettano a rischio la stabilità finanziaria sia basata su una visione ristretta dell'economia… Si pensi a come diventerebbe problematico il calcolo costi-benefici se il solo modo per ottenere la stabilità finanziaria consistesse nell'aumentare i tassi di interesse al di sopra del livello determinato dalle forze della domanda e dell'offerta dell'economia reale." (C. L. Evans) Charles Evans, presidente FED di Chicago, è tra coloro che ritengono si debbano utilizzare provvedimenti macro-prudenziali per contenere i rischi di instabilità finanziaria. Una posizione simile a quella del presidente della Fed attuale, Janet Yellen, e anche del predecessore Ben Bernanke. Secondo questo punto di vista, la politica monetaria non sarebbe adatta a essere utilizzata p

Scorie - Una proposta originale per (peggiorare) la crisi

"All'Europa è arrivato forte e chiaro il messaggio che così come stiamo andando non va bene… potremo fare un'operazione keynesiana straordinaria in 5 anni: più di 150 miliardi di euro." (M. Renzi) In Italia (e non solo) l'offerta politica di qualsiasi partito o movimento che si presenta a qualsivoglia competizione elettorale è, con rare eccezioni che solitamente (ahimè) finiscono nell'irrilevanza, una variazione sul tema keynesiano. Magari in alcuni casi le proposte sono più conformi agli scritti originali del "maestro" e in altri meno, ma tutte hanno come punto di partenza l'intervento dello Stato per "favorire la crescita e l'occupazione", o incentivi a questo o quel settore. Il tutto, ovviamente, utilizzando la leva fiscale e la spesa pubblica. Una delle rivendicazioni di lungo periodo del variopinto universo keynesiano consiste nella distinzione tra spesa corrente e spesa per investimenti. Per fare un paio di esempi, lo stipen

Scorie - Ragionamento (come sempre) fallace

"In Paesi toccati dalle devastazioni della guerra la fine delle sofferenze fa scattare una voglia di riscatto, uno slancio vitale che inaugura una nuova stagione di crescita. Intanto, le bombe hanno anche distrutto fabbriche e infrastrutture obsolete, e le ricostruzioni danno opportunità di ammodernare il tessuto produttivo e infrastrutturale… Certo, i malefici della guerra sono di gran lunga superiori ai benefici, ma anche in questo caso è vero che non tutto il male vien per nuocere." (F. Galimberti) Da keynesiano coerente, Fabrizio Galimberti identifica il buon andamento dell'economia con il livello nominale di spesa che si registra in un sistema economico. Pur riconoscendo dei meriti alla fallacia della finestra rotta di Bastiat (più in generale, direi al concetto di ciò che si vede e ciò che non si vede, poi ripreso da Hazlitt in "Economics in One Lesson"), Galimberti ritiene che colui che si trova a dover spendere denaro per riparare la finestra possa com

Scorie - Allineamento di interessi

"Gli interessi fondamentali delle banche e dei governi sono allineati: perché tanto le banche quanto i governi operano affinché le economie crescano in maniera sana, che è l'habitat ideale anche per gli operatori finanziari." (V. Grilli) Dopo aver trascorso un anno sabbatico ipocritamente ritenuto necessario per evitare conflitti di interessi, l'ex ministro dell'Economia Vittorio Grilli è stato nominato presidente dell'investment banking per l'area EMEA (Europe, Middle East, Africa) dalla banca americana JP Morgan. Quella che porta il nome del fondatore, John Pierpont Morgan, appunto, che fu tra i principali artefici dell'istituzione della Federal Reserve. Sulla prima parte dell'affermazione di Grilli non trovo nulla da eccepire: effettivamente "gli interessi fondamentali delle banche e dei governi sono allineati". Che poi tali interessi consistano principalmente nell'avere una crescita sana delle economie è discutibile. Per carità,

Scorie - Nessun dolce è gratis

"Credo che sia immorale scaricare le difficoltà attraverso atti che producono discriminazione sociale. Avere un tavolo con tre bambini di cui due hanno il dolce e uno no, perché il papà non ha i soldi per pagare la retta piena, penso sia una cosa barbara." (N. Zingaretti) Ho scelto le parole usate da Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, per commentare la decisione del comune di Pomezia di differenziare il pasto alla mensa scolastica: 4 euro senza dolce o 4,40 euro con dolce. Il sindaco (M5S) è stato bombardato di critiche soprattutto da sinistra, ma anche da destra. E i toni, grosso modo, sono quelli usati da Zingaretti. Ovviamente chi grida allo scandalo pone la questione facendo leva su un buonismo tanto melenso quanto strumentale, richiamando l'immagine del bambino che vede gli altri mangiare il dolce che a lui non è stato dato e che, per questo motivo, potrebbe sviluppare sensi di inferiorità. Se questo è il punto, allora si dovrebbe imporre la complet

Scorie - La moneta "giusta" - addendum

"Magari ci fosse l'inflazione, negli anni Novanta c'era perché la gente comprava, sarebbe una buona notizia se ci fosse." (M. Salvini) Ieri, nel commentare le parole di Matteo Salvini sulla "moneta giusta", scrivevo che "la gran parte dei nostalgici della lira sostiene che servirebbe (un po' di) inflazione". Neanche a farlo apposta mi è capitato di leggere questa dichiarazione, sempre di ieri, dello stesso Salvini. Purtroppo sono in tanti a essere convinti che l'inflazione sia di per sé positiva, se a dosi contenute. Alcuni perché sanno effettivamente di cosa si tratta, ossia si una imposta implicita, quasi mai proporzionale e spesso regressiva. Un'imposta che redistribuisce la ricchezza in buona sostanza a favore dei debitori, penalizzando coloro che risparmiano e percepiscono redditi nominali fissi. Altri sono semplicemente illusi che un mondo nel quale si ha crescita nominale equivalga a un mondo nel quale vi è crescita reale. Che

Scorie - La moneta "giusta"

"L'Euro ha aggravato una situazione già difficile in Italia, con una moneta più giusta vendiamo di più, con una moneta più giusta gli italiani tornano ad invadere il mondo con i propri prodotti. Una moneta unica che rappresenta 20 paesi e senza una banca dietro impone dei prezzi sbagliati ai nostri immobili ai nostri pesci, alla nostra agricoltura. Penalizza sia le importazioni che le esportazioni. Una moneta più giusta renderà più conveniente comprare italiano e se io compro italiano do lavoro in Italia. Una moneta giusta ci farà  tornare a competere." (M. Salvini) Matteo Salvini da diversi mesi a questa parte ha fatto dell'uscita dall'euro il cavallo di battaglia della Lega Nord. Purtroppo il dibattito in Italia è condotto quasi esclusivamente da persone situate su posizioni estreme e male/non argomentate. Da una parte gli euroentusiasti, che ritengono risolvibili tutti i problemi con "più Europa", per poi, alternativamente, non aggiungere altro, opp

Scorie - Senti chi parla di grandi Stati

"In Europa non ci saranno più piccoli Stati… Questo è il momento di unire l'Europa, non si separarla in parti differenti." (J. C. Juncker) Jean Claude Juncker, candidato per il PPE alla presidenza della Commissione europea, si è espresso in questo modo durante una visita in Spagna. Era al fianco del primo ministro spagnolo, il quale è ovviamente contrario all'ipotesi di indipendenza della Catalogna. Credo che Juncker avrebbe quanto meno fatto meglio a sorvolare sull'argomento, dato che non viene dalla Cina o dall'Australia, bensì dal Lussemburgo, ossia uno staterello più piccolo di una città di medie dimensioni. Con i suoi 507mila abitanti, il Lussemburgo è ben più piccolo della Catalogna, eppure non mi pare che Juncker abbia mai proposto una annessione alla Francia, o al Belgio, o alla Germania. Anzi, ha fatto il primo ministro ininterrottamente dal 1995 al 2013, oltre a presiedere l'Eurogruppo dal 2005 al 2013. E non è che il Lussemburgo se la passi ma

Scorie - Inflazionisti miopi

"Se, per avventura, una banca centrale utilizzasse il famoso "elicottero" di Milton Friedman e gettasse sul popolo grato pacchi di banconote per mille miliardi di dollari e il popolo poi tenesse tutte quelle banconote nel materasso, l'influenza sui prezzi sarebbe zero… dall'inizio della crisi a oggi la moneta creata dalle banche centrali in America e nell'Eurozona è aumentata di oltre il 60%, mentre i prezzi, in sei anni, sono aumentati solo dell'11% circa. Il problema oggi è semmai quello del'inflazione troppo bassa." (F. Galimberti) In uno dei consueti articoli in cui afferma che "il problema oggi è semmai quello del'inflazione troppo bassa", Fabrizio Galimberti ricorre a un argomento molto utilizzato dagli inflazionisti (soprattutto keynesiani): nonostante le banche centrali abbiano posto in essere politiche monetarie aggressivamente espansive, la crescita dei prezzi è stata limitata e oggi, soprattutto nell'Area Euro, è pe

Scorie - Lo Stato stratega

"Per favorire un processo di distruzione creativa, le imprese non vanno lasciate sole nel gestire il salto verso l'avvenire: nuovi prodotti, anche molto lontani dal DNA originario, nuove fasi del processo produttivo. La scelta non è tra favorire gli amici o lasciar sempre decidere il mercato, ma piuttosto identificare le funzioni in cui questo fallisce e i settori che ne soffrono di più, per poi intervenire in maniera mirata. Il mercato non è spesso all'altezza nel finanziare le attività innovative - più rischiose e che maturano lentamente - e nel favorire la cooperazione tra attori con logiche distinte. Solo in questi casi vale la pena mettere in moto lo "Stato stratega", per riprendere la felice espressione di Philippe Aghion. Questo dovrebbe focalizzarsi su formazione continua, ricerca e finanziamento di piccole e medie imprese (che hanno bisogno di essere capitalizzate) in pochi settori innovativi e dinamici. Una transizione nella missione dello Stato che v

Scorie - Manca un articolo determinativo

"Chi ruba va fermato, ma non si fermano le opere. Non è accettabile che ci sia chi oggi in una logica disfattista dica 'fermiamo Expo'. Di fronte al malaffare non si fermano i lavori pubblici. Lo Stato è più grande e forte dei ladri." (M. Renzi) Così ha detto il presidente del Consiglio, a Milano per "mettere la faccia", come ama ripetere assomigliando sempre più a un disco rotto, sul casino dell'Expo. Quelle di Renzi sono frasi di circostanza che ognuno dei suoi predecessori avrebbe pronunciato, per cui non c'è tanto da commentare. Personalmente resto convinto che invece di pensare a nuove leggi e inasprimenti delle pene, con tanto di nomine di magistrati che si occupino specificamente di determinate faccende, sarebbe ora di capire che la corruzione regna sovrana laddove maggiore è la presenza di appalti pubblici e ci sono montagne di denaro dei cosiddetti contribuenti che un numero sempre più consistente di burocrati e politici a vario livello de

Scorie - Perché crescono le disuguaglianze nei redditi

"Una crescita economica ancora troppo debole sta aumentando le ineguaglianze sociali." (J. Yellen) Questo ha detto Janet Yellen, presidente della Fed, durante un intervento al Congresso degli Stati Uniti. Come è noto, la crescente disuguaglianza nella distribuzione dei redditi viene da più parti imputata, alternativamente, a un non meglio definito "neoliberismo" o a una crescita economica debole. Yellen aderisce a questo secondo punto di vista. E' strano che questi amanti (si potrebbe dire maniaci) dell'econometria, che non accettano nessun ragionamento che non sia avvalorato dalle correlazioni evidenziate da un'analisi di regressione delle serie storiche di determinate variabili economiche (individuando spesso del tutto impropriamente delle relazioni di causalità che le correlazioni di per sé non autorizzerebbero a identificare come tali), non abbiano mai voluto testare ciò che il buon senso e diversi studiosi (da Cantillon agli economisti della scuol

Scorie - Sen(za) Sen(so)

"L'Europa sta uscendo da una lunga recessione con una ripresa ancora debole e senza aver risolto le sue vulnerabilità di fondo… In questo contesto servono politiche capaci di riavviare l'economia… I governi devono trovare più entrate per finanziare queste misure, non devono solo tagliare la spesa, altrimenti si innescano solo spirali negative." (A. Sen) Amartya Sen, economista molto apprezzato da coloro che hanno snaturato il termine "liberale", è recentemente intervenuto esprimendo un parere sulla situazione economica del Vecchio continente. Non brillando certo per originalità, Sen ha sostenuto che "servono politiche capaci di riavviare l'economia". E cosa dovrebbero fare, dunque, i governi per far ripartire l'economia? "I governi devono trovare più entrate per finanziare queste misure, non devono solo tagliare la spesa, altrimenti si innescano solo spirali negative", secondo Sen. Si tratta, in linea di massima, della classica

Scorie - Riforme e costi

"Renzi non presenti le riforme con l'argomento del contenimento dei costi, le istituzioni si riformano per migliorarne la funzionalità non per risparmiare. Le riforme non sono fatte per risparmiare ma per migliorare le istituzioni." (V. Onida) Ai giornalisti piace tanto intervistare i costituzionalisti, che sono ritenuti depositari del sapere su cui si fonda la vita di uno Stato. A mio parere serve indubbiamente una buona conoscenza del funzionamento delle istituzioni e della legislazione, ma se si devono riformare delle istituzioni le persone meno indicate a cui chiedere un parere sono proprio quelle che hanno rappresentato tali istituzioni e vi hanno lavorato all'interno (più o meno) a lungo, perché tendono inevitabilmente a preferire la conservazione dell'esistente, o modifiche puramente di facciata, a maggior ragione se avanti con l'età. Valerio Onida è un esempio perfetto di quello che ho appena sostenuto. Nessuno nega che le riforme vadano fatte per &q

Scorie - Anche la "spinta gentile" comprime la libertà

"Le regole fiscali devono essere disegnate non solo per esigenze di gettito o per trovare coperture finanziarie, ma soprattutto per creare un sistema di incentivi che orienti gli operatori verso comportamenti virtuosi e che tuteli la competitività del nostro Paese nel panorama internazionale. La revisione della tassazione sulle rendite finanziarie può essere l'occasione per riequilibrare la pressione fiscale complessiva, ma anche per disegnare un sistema di incentivi che premi l'investimento di lungo periodo, soprattutto di natura previdenziale, e favorisca la canalizzazione del risparmio verso forme di investimento specializzate nel finanziamento delle piccole e medie imprese." (G. Vegas) Giuseppe Vegas, presidente della Consob, sostiene che lo Stato dovrebbe disegnare le regole fiscali "non solo per esigenze di gettito o per trovare coperture finanziarie, ma soprattutto per creare un sistema di incentivi che orienti gli operatori verso comportamenti virtuosi&

Scorie - La visione strategica sui (non) tagli

"Per fare tagli di spesa significativi e strutturali devi agire con una visione strategica. Nella sanità, nei trasporti, puoi fare veri risparmi se avvii trasformazioni che portano efficienze di scala. Non basta concentrarsi a togliere un milione qui e uno lì. È un processo complesso." (G. Delrio) Il governo Renzi è partito con la foga di un centometrista (a parole, peraltro), ma dopo poco più di due mesi pare già essere assalito da un bradisismo non dissimile da quello che caratterizzò il precedente governo Letta, soprattutto nella fase in cui l'attuale presidente del Consiglio twittò "enricostaisereno" (preparandosi a dargli il benservito). Al netto delle conferenze stampa torrenziali, con o senza slides, l'unica certezza, finora, è l'aumento permanente della tassazione sui redditi da attività finanziarie, mentre i famosi 80 euro al mese per i dipendenti che percepiscono redditi compresi tra 8.000e 24.000 euro annui necessitano di coperture ancora da

Scorie - Stupro al liberalismo

"Forza Italia chiede misure concrete per combattere la disoccupazione e, soprattutto, chiede investimenti pubblici che possano rilanciare l'economia e, quindi, il lavoro." (R. Polverini) Vent'anni fa Silvio Berlusconi si presentò in una delle sue televisioni raccontando agli italiani che avrebbe fondato un "partito liberale di massa". Ancora oggi Berlusconi sostiene che Forza Italia sia un partito liberale, pur essendo (almeno a me) impossibile ricordare un solo provvedimento autenticamente liberale assunto durante le non brevi esperienze di governo. D'altra parte i liberali in Italia sono sempre stati pochi e male organizzati, probabilmente anche per via del fatto che un individualista mal si presta alla disciplina militare che richiede l'adesione a un partito. E in effetti nel partito berlusconiano abbondavano e ancora abbondano ex socialisti, ex democristiani e persino ex fascisti ed ex comunisti. I pochi liberali non hanno mai avuto alcun ruolo

Scorie - (solite) Sciocchezze sindacali

"Bisogna avere il coraggio di passare ad una stagione vera di investimenti per il lavoro. Chiedere più lavoro vuol dire che le risorse devono essere investite per questo obiettivo. Invece continuiamo a sentir parlare di tagli e non di investimenti per creare occupazione." (S. Camusso) Così parlò Susanna Camusso, capo della Cgil, durante uno dei comizi sindacali del 1° maggio. Ovviamente ognuno è libero di sostenere quello che vuole e anche di continuare a credere ai proclami dei capi sindacali, per quanto manifestamente anacronistici e antistorici. E non mi stupisce che ad applaudire i discorsi di questi santoni del sindacato (sempre uguali a se stessi, dalle parole ai toni di voce) ci siano pensionati in gita finanziata dalla sigla di appartenenza (con i soldi degli iscritti, ma sembra gratis perché non viene chiesto il pagamento del biglietto ai singoli partecipanti). Qualche perplessità, invece, ce l'ho nel vedere anche facce giovani, peraltro sempre meno numerose, p

Scorie - Solito mantra del "ci vuole una legge"

"E' stato calendarizzato per la prossima settimana nella commissione Giustizia di Montecitorio l'esame del provvedimento sull'introduzione del reato di tortura. Speriamo che l'esame vada avanti e che si concluda al più presto perché quel testo serve alla democrazia." (L. Boldrini) Una delle costanti della mentalità statalista che ammorba l'Italia consiste nella richiesta di una nuova legge per ogni fatto di cronaca che tocchi più o meno intensamente la sensibilità dell'opinione pubblica. "Ci vuole una legge che…" è la reazione tipica, ahimè non solo da parte dei legislatori, bensì anche di molti cittadini, che evidentemente non si rendono conto che tutto manca in questo Paese tranne una quantità infinita di leggi. Basterebbe a costoro un minimo di riflessione per realizzare che la crescita esponenziale delle leggi non ha risolto nessun problema e che un numero molto limitato di norme sarebbe più che sufficiente a regolare i rapporti tra i c