Scorie - Il sinistro colpo di grazia

"Puntiamo a un intervento pubblico anticiclico perché è evidente che il
mercato da solo non ha nessuna intenzione di risolvere il grave problema
della disoccupazione… bisogna dare uno shock all'economia riducendo anche a
parità di salario l'orario di lavoro."
(G. Migliore)

Gennaro Migliore, parlamentare di SEL, ha presentato assieme ad alcuni
colleghi di partito un disegno di legge che prevede l'assunzione di 1.5
milioni di persone da parte dello Stato, per la modica somma di 17 miliardi
di euro in tre anni.

Nella relazione tecnica si può leggere che "Lo Stato come datore di lavoro
di ultima istanza ha basi teoriche molto approfondite ed è in grado di
creare occupazione in tempi rapidi, anche in una situazione di recessione".
E chi ne dubita; il problema è che lo Stato crea posti di lavoro, non
lavoro. Quest'ultimo, semmai, lo distrugge, dato che per finanziare le
assunzioni (spesso inutili o "socialmente utili", e la differenza tra le
due è solo di forma) deve redistribuire la ricchezza esistente o prenderla
a prestito dal futuro, aumentando il debito.

Ma, come direbbe Bastiat, i posti di lavoro creati oggi si vedono, mentre
quelli che non sono creati o distrutti per via della tassazione necessaria
a finanziare questa spesa pubblica non si vedono, così come non si vedono
quelli non creati o distrutti in futuro.

Già che ci sono, poi, a SEL hanno pensato di fare le cose in grande: non
solo 1.5 milioni di dipendenti pubblici in più, ma anche riduzione
dell'orario di lavoro a parità di salario per tutti quanti, in ossequio al
concetto tanto vecchio quanto errato del "lavorare meno, lavorare tutti".

Probabilmente a questi signori non sorge il dubbio che si tratti di una
stupidaggine sesquipedale: se la quantità di lavoro fosse indipendente dal
costo dello stesso, esisterebbe sempre la possibilità di suddividerla in
modo tale da consentire a chiunque lo volesse di avere un lavoro. La
realtà, però, non ha nulla a che vedere con questa illusione.

Non è vero che "il mercato da solo non ha nessuna intenzione di risolvere
il grave problema della disoccupazione". Non si tratta di essere
intenzionati o meno: si tratta di guardare alla realtà con la quale ogni
impresa deve fare i conti senza potersi neppure permettere le illusioni
semplicistiche di certi veterocomunisti. E la realtà evidenzia, purtroppo,
che in Italia ci sono seri problemi di competitività, causati in gran parte
da un eccesso di tassazione che finisce per rendere leggere le buste paga
nette per chi le percepisce e pesanti quelle lorde per chi le paga.

Temo che lo shock di cui parla Migliore l'economia lo avrebbe davvero se si
desse seguito alla sua proposta. Sarebbe il colpo di grazie.

    

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